Canali Minisiti ECM

Gli anziani correranno rischi sempre più importanti, colpa dei cambiamenti climatici

Geriatria Redazione DottNet | 16/05/2024 11:57

Entro il 2050 il numero di persone che supera i 60 anni potrebbe raggiungere i 2,1 miliardi

Fino a 246 milioni di anziani in tutto il mondo potrebbero risultare pericolosamente esposti a temperature critiche entro il 2050, con effetti particolarmente gravi in Asia e Africa. Questo allarmante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, condotto dagli scienziati del Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC). Il team, guidato da Giacomo Falchetta, ha quantificato l’esposizione cronica a temperature medie elevate, e la frequenza e l’intensità dell’esposizione acuta a temperature estremamente elevate, per diversi gruppi di età in tutto il mondo. Questi risultati, commentano gli esperti, potrebbero aiutare a informare le valutazioni regionali del rischio associato alle temperature più calde e allo stesso tempo favorire il processo decisionale in materia di sanità pubblica.

La popolazione mondiale, spiegano gli esperti, sta invecchiando con un ritmo senza precedenti. Secondo le stime attuali, il numero di persone di età superiore ai 60 anni potrebbe raggiungere 2,1 miliardi entro il 2050. Oltre due terzi di questa fascia di popolazione vivrebbe in paesi caratterizzati da redditi medi e bassi, più vulnerabili agli eventi estremi legati al cambiamento climatico.
L’incremento dell’intensità, della durata e della frequenza delle ondate di calore rappresenta una minaccia diretta per la salute fisica, con conseguenze particolarmente gravi per gli anziani, maggiormente suscettibili all’ipertermia. Stando a quanto emerge dall’indagine, entro il 2050, il 23 per cento della popolazione mondiale di età superiore ai 69 anni potrebbe vivere in condizioni di esposizione alle temperature superiori a 37,5°C. In contrasto, nel 2020, solo il 14 per cento di questa fascia d’età era residente in aree considerate a rischio. Gli autori hanno inoltre calcolato che da 177 a 246 milioni di anziani in tutto il mondo potrebbero essere esposti a temperature pericolose per la salute entro i prossimi 25 anni. Asia e Africa risultano infine le aree più vulnerabili. Gli scienziati spiegano che il mondo dovrà affrontare notevoli richieste di servizi sociali e sanitari, richiedendo nuovi interventi politici. Questo lavoro, concludono gli autori, potrebbe aprire la strada alle valutazioni relative alla salute per la pianificazione dell’adattamento al cambiamento climatico.

Commenti

I Correlati

Bernabei, Italia Longeva: “Necessario un cambio culturale. La vaccinazione è l’investimento che genera salute”

Quattro le aree di intervento: pediatria, oncologia, antibiotico-resistenza, cronicità e polifarmacoterapia. Sito web dedicato, app, pubblicazioni scientifiche “tradotte” tra gli strumenti che saranno utilizzati. Formazione anche nelle scuole

"La nutrizione è una delle variabili su cui si può interferire in maniera più semplice"

Il 70% degli italiani adulti soffre di almeno una condizione cronica, il 42% degli over 75 convive con 3 o più malattie croniche e il 70% conduce uno stile di vita a rischio

Ti potrebbero interessare

Palleschi: “L’età media elevata dei clinici italiani emerge proprio nel momento in cui si deve fronteggiare una crescente domanda di assistenza dovuta al progressivo invecchiamento della popolazione e all’aumento delle malattie croniche”

Al via il ciclo di eventi dedicato alla corretta informazione sulla prevenzione vaccinale delle malattie respiratorie nella popolazione ultrasessantacinquenne: 30 convegni su tutto il territorio nazionale

Applica la teoria dell'entropia, grazie a attività e alle interazioni rallenta l'invecchiamento

Studio sui topi osservando le salamandre. La vita sana si allunga del 25%

Ultime News

"Nursing up: "No a misure tampone". Il ministro: "Sulle liste di attesa le regioni utilizzino i fondi già stanziati"

L’87% dei cittadini afferma di non essere mai stato coinvolto in indagini sulla qualità del servizio o in iniziative per migliorare le strutture sanitarie

Ricerca del Cro di Aviano pubblicata sul Journal of Pathology

NTLA-2002 somministrato in una dose singola di 25 mg o 50 mg ha ridotto gli attacchi di angioedema