Il rischio di trasmissione del virus ormai è prossimo allo zero
La gravidanza di una donna con Hiv è un percorso possibile e sicuro, con un rischio di trasmissione del virus ormai prossimo allo zero, in caso di corretta gestione della terapia e di applicazione di tutte le indicazioni per le donne in gravidanza. Questo uno dei risultati più concreti delle conquiste scientifiche degli ultimi anni e delle nuove terapie. A renderlo noto è la Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali (Simit) in occasione della 16esima edizione di Icar (Italian Conference on Aids and Antiviral Research) che si è tienua a Roma dal 19 al 21 giugno.
Non è più necessario che una donna con Hiv ricorra necessariamente all'inseminazione artificiale; diventa possibile anche un parto per via naturale. Resta ancora aperto il dibattito attorno all'allattamento al seno, anche perché mancano dati certi. In ogni caso, il risultato raggiunto rappresenta un cambiamento epocale e un'ulteriore normalizzazione dell'infezione da Hiv", aggiunge. Seguire regolarmente la terapia può anche eliminare il rischio di trasmissione dell'Hiv al nascituro: "La terapia antiretrovirale abbatte il rischio che la donna in gravidanza trasmetta Hiv al bambino. Il rischio di trasmissione nella coppia madre-bambino è prossimo allo zero: la gravidanza di una donna con Hiv si può definire sicura. Condizione imprescindibile è naturalmente che la madre segua con regolarità la terapia", spiega Lucia Taramasso, infettivologa presso il Policlinico San Martino di Genova. L'allattamento al seno resta uno dei punti su cui il dibattito rimane aperto. "Le attuali linee guida internazionali ci dicono che l'utilizzo del latte artificiale elimina il rischio di trasmissione postnatale dell'Hiv al neonato. In caso di allattamento al seno, il raggiungimento ed il mantenimento della soppressione virologica durante la gravidanza e il post-partum riducono il rischio di trasmissione a meno dell'1%, ma non a zero. La difficoltà nella gestione dell'allattamento materno dipende dalla mancanza di dati sicuri in una fase di vita così delicata", sottolinea Taramasso. Resta infine fondamentale mantenere alta l'attenzione sull'Hiv, visto che, come dice Mussini, "oggi in Italia vivono circa 134mila persone con Hiv".
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