"All'Euvas grande successo di partecipazione e contenuti scientifici"
"Sono molti i nuovi trattamenti disponibili a oggi in Italia per le diverse vasculiti sistemiche, che richiedono spesso" terapie specifiche. Attualmente, però, "utilizziamo per tutte, come terapia iniziale, quella del cortisone. Uno degli avanzamenti maggiori" dal punto di vista delle cure "che abbiamo a disposizione" riguarda l'utilizzo di "farmaci che ci consentono, nelle fasi successive di malattia, di ridurre proprio il cortisone e di non utilizzare, talvolta, farmaci immunosoppressori che hanno pesanti effetti collaterali". Così Giacomo Emmi, professore ordinario di Medicina interna, Dipartimento di Medicina, chirurgia e scienze della salute dell'Università di Trieste, all'Adnkronos Salute commenta i contenuti del 6° Euvas Vassculitis Course della European Vasculitis Society, che si è svolto in queste settimane a Trieste. Si tratta del "meeting più importante che noi abbiamo in questo ambito" e che ha visto "un grande successo in termini di partecipazione, per la presenza di oltre 400 esperti provenienti da tutta Europa, ma anche in termini di contenuti scientifici con un panel di speaker" internazionali "di altissimo livello".
Le vasculiti sistemiche, cioè le infiammazioni dei vasi sanguigni, sono molte e si classificano in base alla dimensione del vaso coinvolto. "Esistono delle vasculiti di piccolo calibro, cioè con interessamento di vasi di piccolo calibro - spiega Emmi - Fra queste, in particolar modo, ci sono le vasculiti Anca-associate e la granulomatosi eosinofila con poliangite (Egpa). Esiste poi una serie di vasculiti con interessamento dei vasi di calibro più grande", come "l'arterite gigantocellulare e l'arterite di Takayasu. Ma ci sono anche una serie di vasculiti che interessano invece più tipi di vasi: fra queste, sicuramente, l'esempio principale è la sindrome di Behçet. Più recentemente sono state descritte anche nuove forme di vasculite, le cosiddette monogeniche, quindi con una base genetica. Alcune sono state descritte poco più di 10 anni fa, altre negli ultimissimi anni. Sono delle patologie molto frequenti, alcune in età pediatrica, altre invece, nonostante siano dovute a mutazioni genetiche, possono essere frequenti soprattutto in età adulta".
A livello di terapie, "sicuramente - chiarisce l'esperto - le novità principali in questi anni, per il trattamento delle vasculiti Anca-associate, riguardano l'utilizzo di un inibitore del complemento, che è una porzione del sistema immunitario. Si tratta di un farmaco che si è dimostrato molto efficace in vasculiti come la poliangite microscopica e la granulomatosi con poliangite. Abbiamo inoltre farmaci che bloccano una proteina, l'interleuchina-5, fondamentale per la sopravvivenza di un tipo di globuli bianchi che si chiamano eosinofili", coinvolti nel processo infiammatorio, "che quindi sono molto importanti nella granulomatosi eosinofila con poliangite". In prospettiva, "all'orizzonte - precisa Emmi - abbiamo dei farmaci che sono già utilizzati, ad esempio nell'artrite reumatoide, i Jak inibitori, che stanno dimostrando negli studi clinici controllati grande efficacia. Sono farmaci che potenzialmente sono a disposizione a livello di tutto il territorio nazionale, talvolta con qualche possibile differenza in termini di accessibilità da regione a regione, ma in generale l'Italia ha a disposizione l'armamentario migliore oggi esistente per il trattamento di queste patologie".
Tecnologia all’avanguardia per il trattamento non invasivo delle patologie intracraniche, corredato di nuovi controlli di qualità e caratterizzato da un’estrema precisione e comfort per il paziente
Giovane africano di 22 anni recupera dignità e speranza
Il comitato scientifico - Antonio Celia (Bassano del Grappa), Mario Falsaperla (Catania), Paolo Fedelini (Napoli) – chiama a raccolta l’eccellenza italiana delle tecniche mininvasive
Operato con successo al Monaldi (UOC di Chirurgia Generale) dall’equipe del dr. Diego Cuccurullo
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
Abbott annuncia la disponibilità in Italia di AVEIR™ DR, il primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo per trattare le persone con un ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale. Eseguiti già i primi impianti in Italia
Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
Commenti