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Emodiluizione normovolemica non riduce necessità trasfusioni

Ematologia Redazione DottNet | 13/06/2025 16:17

Studio del San Raffaele mette in discussione efficacia tecnica

L'emodiluizione normovolemica acuta nota anche come ANH, ovvero la tecnica di prelevare una parte del sangue del paziente sopposto a chirurgia cardiaca con bypass cardiopolmonare con soluzioni liquide per ridurre la perdita effettiva di globuli rossi, non diminuisce la necessità di trasfusioni e non influenza in modo significativo il rischio di complicanze emorragiche o ischemiche. Lo stabilisce uno studio clinico coordinato dall'IRCCS Ospedale San Raffaele e pubblicato sul New England Journal of Medicine.   "Questo lavoro dimostra la capacità del nostro istituto di condurre studi clinici di elevata qualità che possono influenzare la pratica medica a livello internazionale.

 I risultati ottenuti ci spingono a riconsiderare criticamente le strategie attuali e a concentrarci su approcci che abbiano dimostrato una reale efficacia nel migliorare gli esiti per i nostri pazienti sottoposti a chirurgia cardiaca", commenta il professor Alberto Zangrillo (nella foto), primario dell'Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione Generale, Cardio-Toraco-Vascolare e dell'Area Unica di Terapia Intensiva Cardiologica e Cardiochirurgica dell'IRCCS Ospedale San Raffaele e ordinario di Anestesia e Rianimazione all'Università Vita-Salute San Raffaele.
   Lo studio, il più grande mai condotto su questo tema, ha coinvolto 2.010 pazienti provenienti da 32 centri in 11 Paesi ed è stato presentato oggi a Belfast, in occasione della conferenza scientifica che mette in evidenza i migliori studi clinici perioperatori e di terapia intensiva al mondo. Contrariamente a quanto suggerito da precedenti studi di portata limitata, questo trial di grandi dimensioni non ha dimostrato un beneficio dell'ANH nella riduzione delle trasfusioni in cardiochirurgia.

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