
Ricciardi: "Serve una nuova visione capace di unire prossimità, innovazione e sostenibilità. Le trasformazioni sono già in corso: in Cina, India e Australia la Sanità pubblica si sta digitalizzando rapidamente"
A fronte di oltre 1500 iscritti – professionisti che lavorano nei Dipartimenti di Prevenzione, nelle direzioni sanitarie, nei presidi ospedalieri, nei distretti socio-sanitari, all’interno del Ministero della Salute, nei suoi organi periferici e negli assessorati regionali - si è aperto poco fa, a Bologna, il 58° Congresso Nazionale della Società Italiana d’Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) dal titolo "La Sanità pubblica a garanzia dell’equità sociale".
L’apertura della cerimonia è stata a cura del Dr. Enrico Di Rosa, Presidente Nazionale SItI, del Prof. Marco Vinceti e della Dr.ssa Elsa Ravaglia, rispettivamente Presidenti SItI per le sezioni Emilia Romagna e Marche. Sono seguiti i saluti istituzionali di: Anna Maria Petrini (Dir.
"Diversi rapporti indicano che, in Italia, crescono le differenze negli indicatori di prevenzione tra le diverse regioni, con effetti diretti sulla durata e sulla qualità della vita – afferma il Prof. Carlo Signorelli, Prof. Ord. Igiene presso Università San Raffaele Milano - Dalla cattiva alimentazione alla sedentarietà, fino al consumo di fumo e alcol, i comportamenti a rischio si sommano alle diseguaglianze nelle adesioni ai programmi di screening e vaccinazione. Alcuni dati sono emblematici, fra cui la partecipazione allo screening del tumore del colon-retto che supera il 50% nelle regioni più virtuose ma resta attorno al 20% in molte aree del Centro e del Sud; la copertura vaccinale HPV in adolescenza raggiunge oltre l’80% in Lombardia, ma solo il 23% in Sicilia. Differenze così marcate sono inaccettabili e impongono interventi energici. È necessario verificare le modalità di chiamata attiva da parte dei Dipartimenti di Prevenzione delle AUSL, colmare la discrasia tra obiettivi, azioni e risultati, attuare le politiche ‘Health in all policies’, rafforzare le campagne di educazione sanitaria e fissare obiettivi specifici di prevenzione ai direttori generali delle ASL che in alcune regioni hanno dato eccellenti risultati".
I relatori Prof.ssa Roberta Siliquini, Prof. Walter Ricciardi, Prof. Carlo Signorelli e Dr.ssa Francesca Russo discutono sulla strada che il Servizio Sanitario Nazionale dovrà al più presto intraprendere e su come possa essere migliorato mettendolo a confronto con quello di altri Paesi sviluppati come Cina, Australia, Francia e Regno Unito. Fondamentale sarà non solo riorganizzare gli Ospedali, ma anche investire su Salute territoriale, prevenzione, integrazione socio-sanitaria e nuove competenze professionali.
"Il nostro Servizio Sanitario Nazionale è a un bivio. L’invecchiamento della popolazione, l’aumento delle malattie croniche e la carenza di personale stanno mettendo alla prova un modello costruito oltre quarant’anni fa – afferma Walter Ricciardi (nella foto), Prof. Igiene presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore - Serve una nuova visione capace di unire prossimità, innovazione e sostenibilità. Le trasformazioni sono già in corso: in Cina, India e Australia la Sanità pubblica si sta digitalizzando rapidamente grazie all’uso dell’Intelligenza Artificiale e delle piattaforme di telemedicina che raggiungono anche le aree rurali. Anche in Europa si sperimentano nuovi modelli: la Sanità di prossimità in Francia, le reti integrate di comunità nel Regno Unito, la digitalizzazione dei servizi in Estonia, i modelli di ‘value-based care’ in Scandinavia. Queste esperienze mostrano come sia possibile unire efficienza, qualità e attenzione alla persona. Per l’Italia, la lezione è chiara: non basta aggiustare l’esistente, serve ripensare la Sanità come infrastruttura sociale e digitale. La transizione non può limitarsi alla riorganizzazione ospedaliera: occorre investire su salute territoriale, prevenzione, integrazione socio-sanitaria e nuove competenze professionali. Le cooperative, il terzo settore e le comunità locali possono essere protagonisti di questa trasformazione, favorendo equità, partecipazione e prossimità. Guardare al mondo per immaginare il futuro del nostro Servizio Sanitario significa non solo copiare modelli, ma costruire una visione italiana della salute del XXI Secolo: più giusta, più digitale, più umana. Non lo stiamo facendo". Le discussioni di fine giornata si concludono con una riflessione su quali siano i modi migliori per far coesistere pubblico e privato all’interno del sistema salute: prevista una Tavola Rotonda dal titolo "Pubblico e privato nella Sanità del futuro: antagonisti o protagonisti di una governance sinergica?".
Il Servizio Sanitario Nazionale è minacciato da tre grandi pericoli: un quadro demografico in cui gli anziani "consumano" più risorse sanitarie dei giovani, che sono sempre meno per contribuire all’equilibrio del sistema; un costo delle cure sempre più alto in cui le cure anti-tumorali ed il costo degli antibiotici si è decuplicato (senza tener conto che, entro il 2050, secondo alcune proiezioni, le malattie correlate alla resistenza microbica saranno la prima causa di morte nei Paesi OCSE); infine il burnout dei Professionisti dove, sempre più Medici ed Infermieri vengono malpagati, aggrediti, sono sempre di meno e stanno emigrando all’Estero. Da Giovedì 23 Ottobre il Congresso entrerà nel vivo con le Sessioni Plenarie. Fino a Sabato 25 Ottobre sono in programma incontri dedicati a: "Ambiente e Planetary Health: chi paga il prezzo più alto", "Disinformazione e Salute, le sfide e le opportunità per una comunicazione efficace. Ruolo degli Operatori, dei Media e delle Istituzioni", "Dalla conoscenza all’azione: formare professionisti per una Sanità più equa", "Governance e Equità nel PNPV: come garantire un’offerta vaccinale innovativa e sostenibile", "Diseguaglianze in salute. Il ruolo del Dipartimento di prevenzione nella riduzione del divario", "Accesso, sicurezza e inclusione: nuove frontiere per un ospedale più equo", "Dalla riforma all’innovazione. Il DM77 come leva per il cambiamento nelle cure primarie".
Il testo istituisce gli elenchi speciali ad esaurimento e fissa paletti temporali stringenti per l'iscrizione e il conseguimento del titolo abilitante definitivo
Obiettivo aiutare pazienti e medici a uso responsabile e sicuro
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