
Il testo istituisce gli elenchi speciali ad esaurimento e fissa paletti temporali stringenti per l'iscrizione e il conseguimento del titolo abilitante definitivo
Pronto per l’ok in Stato-Regioni il provvedimento che delinea il percorso di riconoscimento della professione sanitaria di Osteopata per chi esercita già o ha un titolo pregresso. Il testo, che recepisce le richieste delle associazioni di categoria che sono pervenute dopo l’uscita della prima bozza, istituisce degli elenchi speciali ad esaurimento e fissa paletti temporali stringenti per l'iscrizione e il conseguimento del titolo abilitante definitivo. Il documento, che ha già ottenuto il parere favorevole del Consiglio Superiore di Sanità, è calendarizzato per la seduta del 23 ottobre e introduce una roadmap precisa per i professionisti che intendono vedersi riconosciuto il proprio titolo.
Elenchi speciali ad esaurimento: la porta di accesso
Il cuore dell’Accordo è l’istituzione di elenchi speciali ad esaurimento presso gli Ordini dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica (TSRM) e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione. Questi elenchi rappresentano la condizione necessaria per accedere al successivo percorso di riconoscimento del titolo. Possono iscriversi coloro che, entro e non oltre il 31 agosto 2026 (nella bozza era il 31 agosto 2025), si sono iscritti a un corso di formazione in osteopatia della durata di almeno tre anni e lo hanno concluso, possedendo specifici requisiti formativi. Sono previste due diverse fasce di accesso: Per i non-sanitari:è richiesto un diploma superiore e un titolo di Osteopata conseguito dopo un corso di almeno 3 anni e 2.400 ore di teoria (96 CFU), più 1.000 ore (40 CFU) di tirocinio pratico (prima erano 1.500 ore).
Per i professionisti sanitari già abilitati:è sufficiente un corso triennale con almeno 1.500 ore di teoria (60 CFU) e le stesse 1.000 ore di tirocinio.
Il riconoscimento dell’esperienza professionale
Per coloro che non hanno completato il monte ore minimo di tirocinio, l’Accordo prevede la possibilità di far valutare l’esperienza lavorativa. Questa deve essere stata svolta per almeno 36 mesi (anche non continuativi) a partire dall’entrata in vigore della Legge 3/2018 e nei 24 mesi successivi alla pubblicazione dell'Accordo in Gazzetta Ufficiale. L’attività dovrà essere documentata tramite Partita IVA, contratti e documentazione fiscale.
La prova finale: l’esame di abilitazione
L’iscrizione agli elenchi speciali non equivale all’abilitazione. Entro 5 anni dalla data di iscrizione (nella bozza si parlava di 36 mesi), i candidati dovranno superare un esame di abilitazione presso un’Università che attiva il corso di laurea in Osteopatia. Il superamento dell'esame consentirà di ottenere il riconoscimento del titolo di Osteopata o l'equipollenza dei titoli pregressi, iscriversi all’Albo professionale e cancellarsi dall’elenco speciale. Per essere ammessi all’esame, i candidati dovranno integrare le proprie conoscenze con specifici CFU in aree come medicina legale, organizzazione sanitaria, radioprotezione e discipline medico-chirurgiche. I professionisti sanitari già abilitati potranno vedersi riconosciuti in toto o in parte questi crediti.
Addio alle scuole private
Una disposizione cruciale sancisce che, a decorrere dal 1° settembre 2026 (nella bozza il timing era il 1° settembre 2025), il corso di studio per diventare Osteopata potrà essere attivato esclusivamente dalle Università, previo accreditamento del MUR. Questo segna la fine del sistema di formazione privato finora predominante e l’ingresso definitivo della professione nell’alveo del sistema universitario nazionale. L’Accordo, una volta sancito in Conferenza Stato-Regioni, sarà recepito con un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, chiudendo un iter normativo lungo e atteso da migliaia di professionisti.
Triassi: "La sicurezza, in questo contesto, non è solo un obbligo normativo ma un principio etico e organizzativo. Proteggere chi lavora in sanità significa anche garantire cure migliori e più sicure ai pazient"
Obiettivo aiutare pazienti e medici a uso responsabile e sicuro
Nella missiva si chiede anche l'immediata esigibilità delle risorse a regime da Gennaio 2026
Appello al Governo dopo l'aggressione a Foggia ad un equipaggio
Più formazione per vincere sfida arresto cardiaco improvviso
I vaccini sono adattati alla variante JN.1. Possibile la co-somministrazione dei nuovi vaccini aggiornati con altri
Bellantone: "la sicurezza dell’assistito è un pilastro fondamentale della qualità delle cure ed è un diritto inalienabile di ogni persona"
"Uso corretto delle risorse non avviene in tutte le regioni"
Commenti