Polvere, acari e peli di animali domestici possono essere una bomba a orologeria per 10 milioni di allergici, ma anche 3 milioni di asmatici italiani, afflitti da disagi e problemi che interferiscono con la vita di tutti i giorni. E che possono trasformarsi in pericoli mortali: ancora oggi l'asma è responsabile di oltre 300 morti l'anno nella Penisola. Questi i numeri diffusi oggi a Roma da Sandra Frateiacci, presidente di Federasma Onlus (Federazione italiana associazioni di sostegno ai malati asmatici e allergici), che ha presentato le iniziative in occasione della Giornata nazionale del Respiro, che si è celebrata il 30 maggio.
"In particolare, l'allergia costituisce la terza causa di malattia cronica nel nostro Paese, con un'incidenza sempre più elevata fra i giovani e i bambini - aggiunge Floriano Bonifazi, presidente Ifiaci (Federazione italiana delle società immunoallergologiche) e direttore del Dipartimento di medicina interna e malattie immunoallergologiche degli ospedali Riuniti di Ancona - In particolare il 20% dei piccoli in età scolare è particolarmente sensibile alla polvere, al polline e ai derivati epidermici di animali", cioè la forfora del cane e soprattutto del gatto. Mentre il 2-6% della popolazione soffre di allergie alimentari (come l'8% dei piccoli sotto i tre anni), e il 3% deve guardarsi dal veleno di insetti. "Cifre allarmanti, anche perché gran parte di queste sofferenze e molti decessi potrebbero essere evitati",
sottolinea l'esperto. Per la Giornata del Respiro, Federasma è stata presente in oltre 20 piazze italiane con materiale informativo e ha dato la possibilità di eseguire gratis una spirometria, il test per fotografare la salute del respiro. "Il 2009 è stato proclamato dall'Organizzazione mondiale della sanità Anno del respiro.Ci auguriamo - aggiunge la Frateiacci - che i buoni propositi possano finalmente tradursi in realtà.
Esame analizza 32 proteine ed è in grado di predire chi ha più probabilità di aver bisogno di cure o di morire per queste patologie
Lo rivela un ampio studio presentato al Congresso della European Respiratory Society (ERS) a Vienna da Anne Vejen Hansen dell'Ospedale Universitario di Copenaghen
I pazienti che hanno ricevuto un trattamento diretto dallo pneumologo hanno avuto un minore utilizzo successivo dell'assistenza sanitaria per malattie respiratorie rispetto a quelli che hanno ricevuto cure abituali
Lo ha accertato uno studio internazionale in collaborazione fra l'Università francese Paris-Saclay, e quelle di Padova, Napoli Federico II e altri atenei stranieri
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