Nel Department of Medicine, Brigham and Women's Hospital a Boston, Massachusetts (USA) è stata valutata l’ epidemiologia, la diagnosi ed il trattamento dell’ asma ad insorgenza tardiva. L’asma infatti, è una patologia molto comune tra le persone anziane con un’ incidenza che varia tra il 4% e l’ 8% nelle persone con età superiore ai 65 anni.
Malgrado la sua prevalenza, l’asma ad insorgenza tardiva può essere diagnosticata e trattata adeguatamente, ma si possono verificare comunque conseguenze negative per la salute del paziente. L’ istopatologia della malattia ad insorgenza tardiva può essere simile a quella dell’ asma comune con caratteristiche infiammazioni persistenti delle vie aeree. Negli adulti, contrariamente a quanto è stato accertato nei bambini dove lo sviluppo della malattia è altamente influenzato dall’ esposizione e dalla sensibilizzazione dei soggetti agli allergeni, il ruolo di questi fattori sembrerebbe poco chiaro nello sviluppo della patologia. Inoltre, l’ atopia è meno comune tra quelli con asma tardiva, e l’elevata prevalenza dei livelli di immunoglobuline E è più bassa tra persone con età superiore ai 55 anni rispetto ai pazienti più giovani. L’ asma occupazionale è l’unica considerazione eziologia relativa all’ insorgenza della malattia nell’ adulto che porta ad importanti implicazioni per il trattamento.
Esame analizza 32 proteine ed è in grado di predire chi ha più probabilità di aver bisogno di cure o di morire per queste patologie
Lo rivela un ampio studio presentato al Congresso della European Respiratory Society (ERS) a Vienna da Anne Vejen Hansen dell'Ospedale Universitario di Copenaghen
I pazienti che hanno ricevuto un trattamento diretto dallo pneumologo hanno avuto un minore utilizzo successivo dell'assistenza sanitaria per malattie respiratorie rispetto a quelli che hanno ricevuto cure abituali
Lo ha accertato uno studio internazionale in collaborazione fra l'Università francese Paris-Saclay, e quelle di Padova, Napoli Federico II e altri atenei stranieri
Esame analizza 32 proteine ed è in grado di predire chi ha più probabilità di aver bisogno di cure o di morire per queste patologie
Lo rivela un ampio studio presentato al Congresso della European Respiratory Society (ERS) a Vienna da Anne Vejen Hansen dell'Ospedale Universitario di Copenaghen
I pazienti che hanno ricevuto un trattamento diretto dallo pneumologo hanno avuto un minore utilizzo successivo dell'assistenza sanitaria per malattie respiratorie rispetto a quelli che hanno ricevuto cure abituali
Lo ha accertato uno studio internazionale in collaborazione fra l'Università francese Paris-Saclay, e quelle di Padova, Napoli Federico II e altri atenei stranieri
Commenti