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Da Kataweb: Parafarmacie, nome e insegna a rischio

Farmacia Silvio Campione | 06/08/2009 12:38

All'esame del governo il testo di un decreto legislativo che dovrebbe portare all’abolizione della denominazione "parafarmacie" e dell'insegna con la croce verde, per evitare confusione con le farmacie tradizionali

 

No al nome "parafarmacia" e all'insegna con la croce verde che rimane prerogativa esclusiva delle farmacie. Il Consiglio dei ministri del 31 luglio ha approvato uno schema di decreto legislativo, in attuazione della delega conferita al Governo dall’articolo 11 della legge n. 69 del 2009, sulla regolamentazione del settore farmaceutico.

L'approvazione del testo definitivo, però, è stata rimandata a settembre. Oltretutto, il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola ha espresso parere contrario rispetto a un eventuale cambio di denominazione e all'abolizione dell'insegna. Per il momento, quindi, le parafarmacie continueranno a chiamarsi così e a tenere la croce verde.

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L'Anpi, l'associazione nazionale parafarmacie, manifesta comunque forti preoccupazioni: "Si tratta del primo passo - dice il vicesegretario Massimo Brunetti - dell'opera di demolizione di queste nuove realtà commerciali. Il provvedimento allo studio del governo va in direzione opposta a quanto il ministro della Salute Turco il 3 ottobre 2006, con la circolare n. 3, aveva sollecitato. Ovvero che fosse consentito l'uso della denominazione parafarmacia, considerato che il termine è ormai entrato nell'uso comune con riferimento ad esercizi diversi dalle farmacie".

L'associazione Federconsumatori ha calcolato che nel 2008, grazie alle parafarmacie, le famiglie italiane hanno ottenuto un risparmio sull'acquisto dei farmaci da banco del 20%. "L'intenzione del governo - sostiene Federconsumatori - è addirittura quella di rimettere in discussione la centralità del farmacista, figura chiave all'interno di questi esercizi per indirizzare il cittadino nella scelta e nell'utilizzo corretto del farmaco".

Ma cosa sono le parafarmacie e che cosa vendono?

Le parafarmacie sono nate nel 2007 fa grazie al decreto Bersani, che ha parzialmente liberalizzato il mercato della vendita al dettaglio dei medicinali. Ha concesso cioè la possibilità ad alcuni tipi di farmaci di poter essere venduti anche al di fuori delle classiche farmacie in cui noi tutti eravamo abituati a fornirci.

Sono così nati negozi autonomi e punti vendita (fino a oggi ne sono sorti circa 3mila, dando lavoro a 6.500 giovani farmacisti) in supermercati, aeroporti, snodi autostradali, stazioni. Tali esercizi, gestiti da chiunque sia laureato in farmacia, hanno la possibilità di vendere, generalmente a prezzi competitivi:

Farmaci da banco
Il termine deriva da una traduzione dei termini inglesi «Over the counter» (spesso abbreviato come Otc oppure Sop che vuol dire Senza obbligo di prescrizione) che rientrano nella cosiddetta fascia C. I farmaci da banco, se assunti correttamente, non devono poter causare effetti collaterali significativamente lesivi per la salute. Non possono contenere sostanze dagli effetti poco noti. Non devono poter essere iniettabili (né per via endovenosa e né per via endomuscolare) e possono essere tranquillamente consigliati da un farmacista.

Prodotti per l’automedicazione
Disinfettanti, cerotti, fasciature, kit pronto soccorso, ovatta sterile, ecc.

Cosmesi
Qualsiasi tipo di prodotto (creme, fanghi, trucchi ecc.) che abbia finalità estetiche o lenitive per piccoli inestetismi.

Omeopatia
Le parafarmacie sono autorizzate a vendere prodotti che generalmente erano di competenza delle erboristerie, ossia tutte quelle sostanze non invasive che possano avere effetti positivi sull’organismo.

Prodotti per l’infanzia
Tutto ciò che riguarda il bambino a partire da ciucci, omogeneizzati, biscotti, biberon, ecc. Inoltre le parafarmacie più fornite offrono anche prodotti per le neomamme, come ad esempio reggiseni per la fase dell’allattamento, tiralatte, ecc.

Prodotti per l’igiene
Prodotti per l’igiene personale, anche dentaria, come bagnoschiuma anallergici, deodoranti, o colluttori.

Veterinaria
In alcuni casi è anche possibile reperire nelle parafarmacie articoli per gli animali.

Il budget per aprire una parafarmacia
Mentre per aprire una farmacia sono necessari dai due ai tre milioni di euro (una strada impraticabile per molti giovani farmacisti), per una parafarmacia occorre un budget decisamente inferiore, variabile tra i 50 e i 100 mila euro.
 

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