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Aids, Gallo presenta gli anticorpi di laboratorio per una nuova terapia

Infettivologia Redazione DottNet | 06/09/2009 12:11

Potrebbe consentire importanti progressi nello studio della capacità di diffusione e di replica dell'Aids l'immunologo terapia contro l'Hiv (p17) illustrata a Cosenza dal prof. Robert Gallo, padre del virus contro l'immuno deficienza acquisita.

Il virologo di origini calabresi crede molto in questa terapia e nel corso di un incontro con i giornalisti, svoltosi all'Università della Calabria, a Cosenza, lo ha detto chiaramente. ''Il nostro obiettivo - ha detto Gallo - è quello della prevenzione, anche se siamo ancora lontani. La novità è che si prenderanno anticorpi di laboratorio, dalla Biofarm. In ogni caso, siamo pronti. Aspettiamo, per partire sul piano operativo, solo l'ultimo ok dall'Istituto superiore della sanità. Tra i nostri scopi c'è quello di portare questa terapia in Africa, creando un prodotto che costi poco e che abbia facile somministrazione''.

Gallo ha invitato, comunque, alla prudenza. ''Quello che chiedo all'informazione - ha detto il virologo - è di parlarne con cautela e non gridare al miracolo, anche se stiamo parlando di una ricerca importante per la quale solo il governo degli Stati Uniti ha impegnato 50 miliardi di dollari''. ''Ciò che dobbiamo capire - ha detto ancora il virologo statunitense - è se questa terapia serve a curare senza provocare effetti tossici. Non si tratta di un vaccino, comunque, ma di un immunologo terapia perchè verrà somministrata a pazienti già affetti dal virus''.

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Alla presentazione ha partecipato anche il prof. Arnaldo Caruso, ordinario di microbiologia nell'Università di Brescia, che ha coordinato l'attività di ricerca, interamente realizzata in Italia, in collaborazione con la Biofarm. Secondo Caruso, ''la terapia si propone di creare una risposta immunitaria facendo leva sulle difese immunitarie dell'organismo. Quindi l'obiettivo è quella della convivenza del nostro organismo con il virus dell'Hiv, promuovendo la condizione clinica di paziente portatore sano. Per quei pazienti che non riescono a produrre anticorpi da sè useranno 'anticorpi umanizzati', cioè prodotti in laboratorio''. Terminata la prima fase di studio clinico, che durerà circa un anno ed inizierà probabilmente già prima della fine del 2009, si procederà, a fronte di risultati positivi, ad effettuare la seconda fase di sperimentazione al fine di valutare l'efficacia della terapia sull'uomo applicandola, come prevede il protocollo, ad un ampio gruppo di pazienti.

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