Potrebbe provenire dala dieta mediterranea una valida arma contro il tumore al seno. Per dimostrarlo gli oncologi delI'Int di Milano hanno avviato le pratiche per reclutare 4000 pazineti in tutta Italia da sottoporre alla ben nota dieta mediterranea. Il progetto Diana prevede tra l'altro un'alimentazione a base di verdure e legumi, pochi zuccheri e molto olio extra vergine di olive
Lo stile di vita incentrato sulla 'dieta mediterranea' e' in grado di prevenire il tumore al seno? Gli oncologi dell'Istituto dei Tumori di Milano (Int) e dell' Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) sono convinti di si' e da oggi cominceranno a reclutare in tutta Italia 4000 pazienti operate negli ultimi 5 anni, da sottoporre a una dieta mediterranea stretta, per poter valutare di quanto esattamente diminuisce il rischio di recidiva. E' cosi' al via il progetto 'Diana 5', presentato oggi a Milano dall'epidemiologo dell'Int, Franco Berrino. ''Diana - ha spiegato il ricercatore - e' acronimo di 'dieta' e 'androgeni', perche' gli androgeni nel sangue (e, dopo la menopausa, anche gli estrogeni) sono indicatori del rischio di ammalarsi di tumore al seno. Con la dieta, pero', siamo in grado di abbassare il livello di questi ormoni. Sappiamo inoltre da tempo che dieta ipercalorica e vita sedentaria provocano la cosiddetta 'sindrome metabolica', che fa aumentare il livello di insulina nel sangue, fatto che comporta appunto l'aumento degli ormoni sessuali e di altri fattori di crescita, indicatori del rischio di tumore''.
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
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