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Terapia del dolore, la sanità pubblica deve intervenire

Medicina Generale Redazione DottNet | 09/09/2009 19:48

''Il 95% dei pazienti dopo un anno di cure è sottoposto ancora a dolore da moderato a forte'': questo il risultato del sondaggio 'PainStory' (Pain Study Tracking Ongoing Responses for a Year) e presentato al congresso della Federazione Europea dei Circoli IASP a Lisbona.

Questo sondaggio, effettuato su 294 individui di 13 Paesi europei, e' la prima analisi che monitora l'incidenza del dolore cronico dei pazienti, per la durata di un anno, fornendo un quadro preciso sia su come il dolore interferisce con la vita quotidiana sia su come viene gestito in 13 paesi Europei. Dallo studio è risultato che il 95% dei pazienti dopo un anno di cure soffre ancora di dolore da moderato a severo e che nella metà dei pazienti il livello di dolore non migliora arrivando nel 19% dei casi addirittura a peggiorare.

''Questa ricerca rivela in maniera allarmante che nella nostra società c'è una netta prevalenza di pazienti che soffrono di dolore cronico non controllato- ha commentato il medico specialista in cure palliative all' Università di Cork, Tony O'Brien- Questo grave problema di sanità pubblica deve essere affrontato con urgenza, i pazienti che soffrono di dolore necessitano di essere ascoltati e valutati da personale esperto e professionale''.
Tale ricerca ha fornito un quadro preciso per quanto riguarda la gestione dei pazienti ed inoltre il programma 'PainStory' ha selezionato alcuni pazienti che, ha aggiunto O'Brien, ''avranno la possibilità di sottoporsi ad un trattamento sperimentale controllato con oppioidi , fino a raggiungere un ottimo livello di analgesia, cercando di prevenire gli effetti indesiderati causati da questi tipi di farmaci. L'obiettivo è quello di garantire al paziente di sperimentare la miglior qualità di vita possibile''.

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