Papa Benedetto XVI è ''gravemente'' preoccupato per il ''rischio di un disastro umanitario e sanitario mondiale'', effetto di una crisi economica che non risparmia tagli nei settori più indifesi. A riferirlo - durante il Congresso Mondiale della Federazione Internazionale Farmacisti Cattolici, di Poznan, in Polonia - è stato l'arcivescovo Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute.
Il presule ha anche ribadito la richiesta rivolta già nel 2007 da Ratzinger ai farmacisti cattolici di praticare l'obiezione di coscienza contro la vendita di prodotti che attentano alla vita umana. L'esponente vaticano, nel suo intervento a Poznam, ha puntato il dito contro una sanità ''dominata non dall'etica ma dalla logica dell'industria'', ed ha lanciato ''un accorato appello - riporta la Radio Vaticana - a garantire l'accesso alle medicine per i più poveri, denunciando il fatto che, nell'attuale crisi economica mondiale, l'assistenza sanitaria ai malati nei Paesi in via di sviluppo, in particolare i bambini, è ancor più diminuita con conseguenze tragiche''. E' la logica del profitto - accusa la Santa Sede - a portare le multinazionali farmaceutiche a non impegnarsi nella produzione di medicine che potrebbero salvare la vita a milioni di persone nei Paesi in via di sviluppo, considerati mercati poco attraenti; altro dramma - ha rimarcato il 'ministro' della Salute della Santa Sede - è quello poi della ''contraffazione'' di farmaci di base come gli antibiotici. Alla ''grave preoccupazione'' del Papa per un possibile disastro sanitario mondiale, Zimowski ha poi coniugato il monito ai farmacisti cattolici per il rispetto delle norme etiche della Chiesa. ''Per il farmacista cattolico - ha detto il presule citando Benedetto XVI - l'insegnamento della Chiesa sul rispetto della vita e della dignità della persona umana sin dal suo concepimento e fino ai suoi ultimi momenti, è di natura etica e morale. Non può essere sottoposto alle variazioni di opinioni o applicato secondo opzioni fluttuanti''. Nello svolgere il loro lavoro i farmacisti devono obbedire alle leggi dello stato laico. E' l'opinione del senatore Ignazio Marino candidato alle primarie per la segreteria del partito democratico. Marino non ha voluto commentare direttamente l'appello di Papa Benedetto XVI: "Non commento mai le parole del Santo Padre - ha detto il senatore Marino a margine del suo intervento sul palco del Palasharp -, dico soltanto che in Italia ci sono delle leggi cui i farmacisti devono obbedire. Se non si sentono in grado di obbedire alle leggi di uno stato laico possono rinunciare ad avere una farmacia".
Silvio Campione
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