Lo scontrino in farmacia cambia in nome delle privacy: il nome del farmaco sullo scontrino parlante (quello per scaricare i farmaci) sarà sostituito da una sigla. Al suo posto, a partire dal primo gennaio 2010, arriva il numero di autorizzazione all’immissione in commercio del prodotto, il cosiddetto codice Aic. E così sulla ricevuta apparirà la dicitura 'Far' seguita dall'Aic. La decisione dell’Agenzia delle entrate è una conseguenza di un provvedimento del Garante per la protezione dei dati personali che, lo scorso maggio, ha espresso la necessità di tutelare la riservatezza dei cittadini anche in farmacia.
Fino a quando il codice Aic sostituirà la denominazione commerciale del medicinale definitivamente, il vecchio e il nuovo sistema potranno coesistere: in entrambi i casi, sullo scontrino dovranno comunque essere sempre riportati anche natura (farmaco o medicinale), quantità dei farmaci acquistati e codice fiscale del destinatario.
SCONTRINO PARLANTE, COME FUNZIONA
Lo scontrino parlante è entrato in vigore il primo gennaio del 2008 e contiene il nome del farmaco acquistato, la natura del farmaco e l’indicazione del codice fiscale del destinatario. "Soltanto con questa ricevuta – spiega la dottoressa Silvia Amodeo, titolare di farmacia – anche quando non riporterà più il nome commerciale della molecola ma il codice Aic, è possibile detrarre dalla dichiarazione dei redditi le spese sostenute per l'acquisto dei prodotti farmaceutici a pagamento e di quelli a carico del Sistema sanitario nazionale prescritti dal medico”.
LA DETRAZIONE
Chi presenta al momento della dichiarazione dei redditi lo scontrino parlante può ottenere uno sgravio fiscale per le spese sanitarie che ammonta al 19 per cento del totale.
“Se si tratta di medicinali con obbligo di prescrizione o farmaci da banco prescritti dal medico con ricetta bianca – continua la farmacista – insieme allo scontrino bisogna presentare anche la ricetta”.
In caso contrario basta compilare una dichiarazione sostitutiva in carta libera che attesti la necessità di utilizzo di questi farmaci ma, continua la dottoressa Amodeo, è importante che questa autocertificazione, a cui va allegata la fotocopia del documento di identità sia compilata dal contribuente e non dal farmacista.
Per avere la detrazione chiunque è necessario spendere in un anno almeno 129,11 euro (la franchigia fissata dalla legge). “Ciò significa – chiarisce la Amodeo – che la detrazione va calcolata sulla cifra totale meno la franchigia”. Si possono detrarre tutti i farmaci prescrivibili e da banco, ma non solo. Anche i prodotti omeopatici; gli integratori alimentari, purché prescritti da un medico specialista a scopo curativo; gli occhiali da vista e il liquido per le lenti a contatto; attrezzature sanitarie come per esempio macchine per l’aerosol e la misurazione della pressione, aghi e siringhe; i medicinali per la cura di animali domestici o quelli per pratica sportiva (cioè quelli legalmente detenuti) nel limite massimo di 387,34 euro di spesa.
Molti farmacisti chiedono di presentare la tessera sanitaria. “In realtà – conclude Silvia Amodeo – c’è l’obbligo di portare il codice fiscale, mentre la tessera sanitaria viene richiesta per comodità”. Il codice fiscale a barre impresso sulla scheda, infatti, può essere letto con facilità dal farmacista attraverso registratori di cassa informatizzati che consentono il trasferimento automatico del codice identificativo sullo 'scontrino parlante' (in pratica come al supermercato). Senza tessera il farmacista, dovendo comunque trascrivere il codice sullo scontrino, è costretto a farlo a mano, impiegando così più tempo..
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