Gli italiani spendono meno per le medicine grazie all'apertura delle parafarmacie e dei corner della salute. E' il risultato di una ricerca di Federconsumatori a tre anni dalla legge sulla liberalizzazione dei farmaci da banco.
Le parafarmacie sono nate nel 2007 fa grazie al decreto Bersani, che ha parzialmente liberalizzato il mercato della vendita al dettaglio dei medicinali. Ha concesso cioè la possibilità ad alcuni tipi di farmaci, quelli della Fascia C senza obbligo di prescrizione, di poter essere venduti anche al di fuori delle classiche farmacie in cui noi tutti eravamo abituati a fornirci. Questo provvedimento ha innescato una dinamica concorrenziale che ha costretto anche le farmacie tradizionali ad abbassare i prezzi e ad applicare sconti, con notevole beneficio per le tasche dei risparmiatori.
La conferma di questa analisi ci viene dallo studio dell'Osservatorio Nazionali prezzi e tariffe del C.r.e.e.f (Centro Ricerche economiche, educazione e formazione) di Federconsumatori, che ha monitorato e confrontato il prezzo di 24 farmaci da banco di largo consumo da parte dei cittadini consumatori in 11 capoluoghi di regione (o provincia) nel mese di dicembre 2008, e ha rilevato ed elaborato dati di 47 farmacie private, 18 farmacie comunali, 46 parafarmacie e 19 corner della salute della grande distribuzione. per un totale complessivo di 130 punti di vendita.
Da questa indagine nazionale, la seconda dopo quella del luglio 2007 realizzata a pochi mesi dall’entrata in vigore della legge Bersani, emerge che, sul paniere di farmaci prescelti la spesa media più elevata la si registra nelle farmacie, pari a 164,8 euro, a fronte di una spesa più contenuta pari a 152,06 euro nelle parafarmacie, con un risparmio medio di 12 euro pari al -8,3%.
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