I costi dei dispositivi medici, come le valvole cardiache, utilizzati negli ospedali hanno superato quelli dei farmaci ospedalieri e ciò è solo in parte giustificato dall'aumento di tecnologia dei dispositivi stessi, ma è un'anomalia dovuta al fatto che su questo settore c'è il 'far west' più totale, manca una governance sulla loro qualità e sui costi.
E' quanto riferito da Andrea Messori, vicepresidente della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera (SIFO) nel corso dell'incontro con la stampa per presentare il 30/imo congresso SIFO che si terrà la prossima settimana ad Ascoli Piceno. ''La spesa farmaceutica ospedaliera dieci anni fa era maggiore di quella per i dispositivi, ha ribadito Messori, basti pensare che oggi ogni anno in ciascun ospedale si spendono in media 110 milioni di euro per acquisto di dispostivi medici (soprattutto nell'area della cardiologia interventistica, stent, valvole etc), contro 90 milioni di euro per i farmaci''. Il problema, ha precisato Messori, è che mentre per i farmaci c'è una governance, con l'Agenzia Italiana sui Farmaci, AIFA, un organo di controllo simile manca per i dispositivi. ''Col risultato che sui dispositivi medici il prezzo e' libero - ha detto Messori - con gare che si svolgono ospedale per ospedale''.
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