Girovita rosa sotto i riflettori. Le donne 'a mela', alle quali la natura ha risparmiato i fianchi larghi della conformazione 'a pera' ma non un addome pronunciato più tipico della silhouette maschile, rischiano infatti l'asma anche se non sono in sovrappeso.
Per ragazze e signore 'forti' di pancia, rispetto a quelle che vantano un vitino da vespa - rileva uno studio americano pubblicato su 'Thorax' - il pericolo di incorrere nella malattia respiratoria è aumentato di un terzo. La ricerca, condotta dagli scienziati del Northern California Cancer Center di Berkeley, torna quindi a puntare il dito contro il cosiddetto grasso viscerale: quello che si accumula sulla fascia addominale "è un grasso metabolicamente più attivo - ricorda Julie Von Behren dell'equipe di studiosi Usa - Può produrre sostanze
infiammatorie e l'infiammazione è legata all'asma" a doppio filo.
Esame analizza 32 proteine ed è in grado di predire chi ha più probabilità di aver bisogno di cure o di morire per queste patologie
Lo rivela un ampio studio presentato al Congresso della European Respiratory Society (ERS) a Vienna da Anne Vejen Hansen dell'Ospedale Universitario di Copenaghen
I pazienti che hanno ricevuto un trattamento diretto dallo pneumologo hanno avuto un minore utilizzo successivo dell'assistenza sanitaria per malattie respiratorie rispetto a quelli che hanno ricevuto cure abituali
Lo ha accertato uno studio internazionale in collaborazione fra l'Università francese Paris-Saclay, e quelle di Padova, Napoli Federico II e altri atenei stranieri
Esame analizza 32 proteine ed è in grado di predire chi ha più probabilità di aver bisogno di cure o di morire per queste patologie
Lo rivela un ampio studio presentato al Congresso della European Respiratory Society (ERS) a Vienna da Anne Vejen Hansen dell'Ospedale Universitario di Copenaghen
I pazienti che hanno ricevuto un trattamento diretto dallo pneumologo hanno avuto un minore utilizzo successivo dell'assistenza sanitaria per malattie respiratorie rispetto a quelli che hanno ricevuto cure abituali
Lo ha accertato uno studio internazionale in collaborazione fra l'Università francese Paris-Saclay, e quelle di Padova, Napoli Federico II e altri atenei stranieri
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