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Ospedali, la scelta da parte del paziente è col passaparola

Sanità pubblica Redazione DottNet | 05/10/2009 15:19

E' il passaparola tra amici e parenti che aiuta gli italiani a scegliere in quale ospedale andare a curarsi, e spesso questi suggerimenti non portano alla scelta della struttura migliore.

E' quanto emerso dai primi risultati di uno studio condotto dall'italiano Francesco Moscone della Brunel University di Uxbridge, Middlesex (GB) nell'ambito del progetto 'Statistical Modelling of Interdependence in Economics' finanziato dal Governo Inglese. ''Altri criteri di scelta dell'ospedale - ha detto Moscone - sono la distanza paziente-ospedale, le sue dimensioni (i pazienti preferiscono gli ospedali più grandi), il numero di medici per posto letto''. ''Abbiamo creato un modello statistico per capire quali sono i fattori che influiscono sulla probabilità di scelta di un determinato ospedale - ha spiegato Moscone - tra cui caratteristiche individuali (sesso, età, residenza, etc), dell'ospedale (dimensione, ASL di appartenenza, se è privato, universitario, monospecialistico, etc.

), la distanza paziente-ospedale in km, l'interazione sociale, misurata da un indicatore che quantifica quante persone, che soffrono di una patologia simile e vivono nelle vicinanze del paziente hanno scelto in passato lo stesso ospedale''. Lo studio ha interessato tutti i pazienti della Lombardia ammessi per malattia cardiaca tra il 2004 e il 2007, per un totale di circa 230.

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600 pazienti in 144 ospedali. E' emerso che di fatto il passaparola è un criterio fondamentale per la scelta di dove curarci: ''Il passaparola tra amici, parenti e persone che vivono nella stessa area è uno dei criteri utilizzati per scegliere l'ospedale dove curarsi. Gli anziani (ultra-75enni) lo utilizzano meno, probabilmente perchè più emarginati. Inoltre il passaparola interessa maggiormente gli ospedali più piccoli (con meno di 100 posti letto) e più vicini al luogo in cui si abita. E' però emerso anche che il passaparola non porta a scegliere un ospedale di buona qualità, anzi in molti casi può portare in un ospedale di scarsa qualità''. Per questo motivo, ha concluso l'esperto, ''la diffusione da parte di Regioni o del Governo di linee guida con indicatori di qualità tipo star-ratings (già esistenti in paesi come GB e USA) può migliorare la competizione fra ospedali e innalzare la qualità''.

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