Canali Minisiti ECM

Allergia: Ortolani, pianta endemica nei dintorni di Milano

Pneumologia Tania Vuoso | 09/09/2008 10:42

Ambrosia importata in Italia dagli Usa via aereo? Una leggenda metropolitana, un falso mito. Non ha dubbi Claudio Ortolani, direttore dell'Istituto allergologico lombardo e responsabile regionale della Siaic (Società italiana di allergologia e immunologia clinica), che 'riscrive' la storia della pianta responsabile di una fastidiosa allergia di fine estate ben nota al 10% circa degli adulti lombardi.

"Il fenomeno dell'allergia all'ambrosia risale a circa 30 anni fa. La prima segnalazione arrivò dall'area di Magenta", in provincia di Milano. Una zona in cui "l'ambrosia era in realtà endemica - assicura - ma veniva tenuta sotto controllo grazie alle pratiche agricole". Poi la svolta, legata secondo Ortolani a un insieme di fattori. Innanzitutto le norme Cee che hanno ridotto le coltivazioni intensive, favorendo lo sviluppo degli incolti e quindi "la proliferazione dell'ambrosia non più controllata come prima". Secondo elemento, "l'espansione edilizia che ha interessato in misura massiccia l'hinterland milanese. Il continuo smuovere la terra ha favorito anch'esso la proliferazione dell'ambrosia, specie attorno ai cantieri", aggiunge l'allergologo.

pubblicità

Terzo fattore "l'aumento dell'industrializzazione, che ha innalzato i livelli di anidride carbonica i quali, a loro volta, hanno incrementato la crescita e la fioritura dell'ambrosia", precisa Ortolani. "Le norme emanate a suo tempo dalla Regione Lombardia per limitare la proliferazione della pianta sono state molto utili", commenta, ma l'efficacia delle operazioni di 'bonifica' sono ancora "un pò a macchia di leopardo": ottime in alcuni Comuni e invece da migliorare in altri. La sensibilità delle autorità competenti in materia di ambrosia "sta comunque aumentando", puntualizza.

Commenti

I Correlati

Esame analizza 32 proteine ed è in grado di predire chi ha più probabilità di aver bisogno di cure o di morire per queste patologie

Lo rivela un ampio studio presentato al Congresso della European Respiratory Society (ERS) a Vienna da Anne Vejen Hansen dell'Ospedale Universitario di Copenaghen

I pazienti che hanno ricevuto un trattamento diretto dallo pneumologo hanno avuto un minore utilizzo successivo dell'assistenza sanitaria per malattie respiratorie rispetto a quelli che hanno ricevuto cure abituali

Lo ha accertato uno studio internazionale in collaborazione fra l'Università francese Paris-Saclay, e quelle di Padova, Napoli Federico II e altri atenei stranieri

Ti potrebbero interessare

Esame analizza 32 proteine ed è in grado di predire chi ha più probabilità di aver bisogno di cure o di morire per queste patologie

Lo rivela un ampio studio presentato al Congresso della European Respiratory Society (ERS) a Vienna da Anne Vejen Hansen dell'Ospedale Universitario di Copenaghen

I pazienti che hanno ricevuto un trattamento diretto dallo pneumologo hanno avuto un minore utilizzo successivo dell'assistenza sanitaria per malattie respiratorie rispetto a quelli che hanno ricevuto cure abituali

Lo ha accertato uno studio internazionale in collaborazione fra l'Università francese Paris-Saclay, e quelle di Padova, Napoli Federico II e altri atenei stranieri

Ultime News

Più letti