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Pensionati Enpam: attenzione all’indirizzo

Previdenza Giovanni Vezza | 24/11/2009 11:58

Da gennaio l’allineamento anagrafico con gli Ordini coinvolge anche i medici e gli odontoiatri in pensione.

Com’è noto, già da alcuni anni l’Enpam ha avviato un progetto di allineamento ed aggiornamento degli archivi anagrafici ai dati trasmessi in via telematica dagli Ordini provinciali dei Medici e degli Odontoiatri.
L’iniziativa sinora ha interessato esclusivamente gli iscritti cosiddetti attivi, cioè di età inferiore ai 65 anni: è stata infatti ritenuta prioritaria l’esigenza di inviare ad indirizzi corretti le cartelle di pagamento del contributo minimo obbligatorio, al fine di assicurare il più possibile la regolarità del rapporto con l’Enpam. In effetti questa modalità tecnica consente di ottimizzare i tempi e la qualità della trasmissione e della acquisizione dei dati, e, nel contempo, di ridurre i possibili errori di inserimento dovuti alla digitazione manuale degli stessi, garantendo in questo modo una maggiore sicurezza.

Ora che il progetto per i medici e gli odontoiatri in attività può dirsi a regime, in quanto tutti gli Ordini vi hanno ormai aderito, è giunto il momento di estenderlo anche ai pensionati. In effetti gli archivi anagrafici trasmessi dagli Ordini dei Medici contengono già i dati di tutti gli iscritti all’Albo, anche se hanno superato il 65° anno di età.

Anche dopo il pensionamento dall’Enpam viene spedita ai medici una gran mole di corrispondenza importante: ad esempio il Modello D, per la denuncia del reddito professionale che può essere prodotto a qualunque età e sul quale occorre versare la contribuzione proporzionale, il corrispondente Modello Mav per effettuare il relativo versamento, il cedolino della pensione, e soprattutto la documentazione fiscale per la denuncia dei redditi, il famoso Modello Cud, che viene inviato ai pensionati entro la fine di febbraio di ciascun anno. Si comprende quindi come sia importante per la Fondazione e per i titolari di pensione poter contare su un indirizzo attendibile: per farsene un’idea basterebbe guardare la mole di modelli fiscali che ritornano al mittente per mancato recapito.

Il vero problema per avere un indirizzo corretto è però rappresentato dal fatto che molti medici, dopo il compimento del 65° anno di età, pur restando iscritti all’Albo, non conservano un rapporto costante con il proprio Ordine di appartenenza. Può così accadere che l’indirizzo di residenza comunicato all’Enpam in occasione del loro pensionamento sia più aggiornato di quello che risulta memorizzato presso l’archivio dell’Ordine. Trasferire sic et simpliciter l’indirizzo memorizzato dall’archivio dell’Ordine nell’archivio dell’Enpam potrebbe quindi in diversi casi essere un errore, perché riporterebbe in uso un indirizzo non più attivo.

D’altra parte, il medico che continua ad esercitare o comunque a svolgere attività ordinistica e cambia residenza dopo i 65 anni, giustamente ritiene di aver adempiuto ai suoi obblighi semplicemente comunicando all’Ordine il nuovo indirizzo, senza inviare analoga notizia alla Fondazione.

Ecco perché l’Enpam ha deciso di inviare (all’attuale indirizzo memorizzato in archivio) a tutti i pensionati medici e odontoiatri ultrasessantacinquenni (o pensionati per invalidità assoluta e permanente) che abbiano mantenuto l’iscrizione all’Ordine Provinciale una lettera nella quale viene comunicato l’indirizzo di residenza a tutt’oggi contenuto negli archivi ordinistici.

Se l’interessato non darà alcun riscontro alla lettera dell’Enpam, l’indirizzo di residenza comunicato dall’Ordine si intenderà senz’altro approvato, e ad esso verrà inviata tutta la successiva corrispondenza, ivi compreso il Modello Cud del prossimo mese di febbraio.

Se invece l’indirizzo fosse diverso o comunque vi si riscontrasse un qualsiasi errore (numero civico, CAP, inesatta indicazione della frazione, ecc.) l’interessato dovrà recarsi tempestivamente all’Ordine di appartenenza, responsabile della tenuta dell’Albo professionale, per effettuare le necessarie variazioni. E’ ammessa anche la comunicazione postale dell’indirizzo corretto, da indirizzarsi sempre all’Ordine, accompagnata dalla fotocopia di un documento di riconoscimento. Non avranno invece alcuna efficacia le comunicazioni di variazione dell’indirizzo di residenza effettuate nei confronti dell’Enpam, che terrà conto esclusivamente di quelle comunicate direttamente dagli Ordini nel loro flusso telematico.

La Fondazione ha rivolto un caloroso ringraziamento alle strutture degli Ordini provinciali, che saranno chiamate nelle prossime settimane ad uno sforzo supplementare per fornire il necessario supporto alle istanze degli iscritti; d’altra parte, il maggior impegno richiesto oggi ai dipendenti ordinistici produrrà certamente domani una contrazione del loro lavoro, grazie alla drastica riduzione di disguidi e smarrimenti.

Tutto questo per i medici e gli odontoiatri che restano iscritti all’Ordine. Per quanti si sono già cancellati dall’Albo (e che quindi non riceveranno dall’Enpam nessuna comunicazione) invece non cambia nulla: l’eventuale variazione di indirizzo dovrà essere comunicata direttamente alla Fondazione tramite l’apposito modulo reperibile presso gli Ordini dei Medici oppure sul sito Internet della Fondazione alla voce www.enpam.it/ Modulistica/Comunicazione residenza. Allo stesso modo dovranno comportarsi i superstiti di iscritto, che ovviamente non sono inseriti negli archivi ordinistici.

Sempre all’Enpam gli iscritti, i non iscritti e i superstiti possono indicare – tramite l’apposito modulo - un secondo indirizzo, non ufficiale, da utilizzare per eventuali comunicazioni. Attenzione, però: per ogni valenza legale resterà comunque valido il primo indirizzo di residenza, quello per intendersi comunicato dall’Ordine ovvero sempre dall’interessato che lo ha indicato come principale, qualora sia variato dopo la cancellazione dall’Albo.

 

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