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Melanoma, scoperte le cellule cannibali

Oncologia | 12/12/2009 11:55

Le cellule del melanoma, tumore che solo in Italia registra 6.000 nuovi casi l'anno con una prognosi piuttosto infausta, si comportano come 'cannibali' che si nutrono di altre cellule per sopravvivere.

 Ora, i ricercatori dell'Istituto superiore di sanità (Iss) hanno scoperto una proteina che presiede a tale meccanismo di 'cannibalismo' e la cui individuazione apre alla possibilità di mettere a punto nuove strategie antitumorali. Si tratta della proteina TM9SF4 il cui ruolo nei mammiferi e nell'uomo era del tutto sconosciuto. Questa proteina, espressa in diversi tumori, è l'omologa umana di Phg1A, un gene delle amebe che in questi organismi è coinvolto nei processi nutritivi. Lo studio, pubblicato su Embo Reports, è opera di un team di ricercatori del Dipartimento del Farmaco dell'Iss, coordinati da Stefano Fais. La scoperta è il frutto di studi condotti dal gruppo di Fais, che avevano dimostrato come cellule ottenute da metastasi di melanoma umano cannibalizzano altre cellule, sia vive sia morte, per alimentarsi.

In pratica la capacità di cellule tumorali di nutrirsi di propri simili per poter sopravvivere è direttamente proporzionale alla loro malignità. Ciò suggeriva di conseguenza che i tumori maligni differiscono notevolmente dai tessuti normali, non solo nella loro capacità di vivere in assenza di ossigeno metabolizzando zuccheri, ma anche per la loro capacità di far fronte all'assenza di nutrienti cibandosi di altre cellule. Di fatto, il cannibalismo è tipico di cellule metastatiche, consentendo solo a cellule in grado di cannibalizzare di sopravvivere anche in microambienti scarsamente vascolarizzati.

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Fino al lavoro pubblicato su EMBO Reports, non vi erano state segnalazioni di proteine o geni specificamente coinvolti nel cannibalismo, non solo nell'uomo ma in tutti gli organismi complessi. Gli studi dell'ISS si sono quindi focalizzati su microorganismi unicellulari, che si sapeva fossero in grado di svolgere una attività fagocitica allo scopo di alimentarsi. Fra questi l'ameba Dictyostelium discoideum, nel cui genoma era stato identificato un gene il cui prodotto ha un ruolo chiave nei processi di fagocitosi. L'omologo umano di questo gene, TM9SF4, ha dimostrato di essere un gene inattivo in condizioni normali, quindi non in grado di sintetizzare proteine. Di fatto il primo risultato di questo lavoro è stato che TM9SF4 è altamente espressa nelle cellule di melanoma metastatico, ma non è rilevabile nella pelle ed in altri tessuti sani. Bloccando l'attività di TM9SF4, si ottiene una inibizione del fenomeno del cannibalismo, con una conseguente reversione della natura metastatica delle cellule di melanoma. In poche parole, concludono i ricercatori, le cellule cancerose possono essere considerate individui unici, spesso impegnate in una lotta per la sopravvivenza, le une contro le altre, come succede fra gli organismi unicellulari. La scoperta della proteina che regola tale 'cannibalismo' delle cellule tumorali rappresenta dunque un passo avanti verso nuove terapie.

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