La “giusta dose” del “giusto farmaco” per ogni singolo paziente. Una maggiore tolleranza e minore tossicità dei trattamenti. Una sempre più efficace risposta per la cura dei tumori. È della farmacogenetica - la disciplina che studia le variazioni nella sequenza del Dna nella risposta ai farmaci, che ha già migliorato le cure tradizionali chemioterapiche e radioterapiche ed è sempre più indispensabile e obbligatoria per indirizzare i nuovi trattamenti, più personalizzati e, di conseguenza, più efficaci - che si è parlato nel corso del primo convegno internazionale tenutosi ad Aviano (Pordenone).
“Il dosaggio del farmaco nelle cure oncologiche oggi è basato sulla valutazione della superficie corporea. Esistono tre risultati evidenti nella somministrazione dei farmaci oncologici: l’efficacia senza reazioni avverse, l’efficacia ma con reazioni avverse, nessuna efficacia con o senza reazioni avverse. Oggi solo il 30/60% dei pazienti risponde positivamente alle terapie farmacologiche - spiega Giuseppe Toffoli, Director Experimental and Clinical Pharmacology Unit del Centro Riferimento Oncologico di Aviano e presidente del convegno -.
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
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