L'applicazione dell’imaging tomografia a coerenza ottica della retina nella sclerosi multipla, nella neuromielite ottica, nella malattia di Alzheimer e nel morbo di Parkinson è stata rivista presso l’Ospedale Nazionale per la Neurologia e Neurochirurgia, Queen Square, Londra.
Recenti studi hanno evidenziato un assottigliamento dello strato peripapillare delle fibre nervose retiniche nei pazienti affetti da neurite ottica, da sclerosi multipla, da neuromielite ottica, dalla malattia di Alzheimer e dal morbo di Parkinson. Tuttavia, i pattern di cambiamento differiscono per alcuni aspetti. I risultati dell’analisi eseguita indicano la perdita delle cellule gangliari retiniche e ciò può riflettere il cambiamento degenerativo del cervello in queste condizioni patologiche. Quindi lo spessore dello strato delle fibre retiniche può essere utilizzato come marcatore biologico aiutando a fare una distinzione tra la neurite ottica associata a sclerosi multipla e la neurite ottica in neuromielite ottica.
Lo rivela uno studio pubblicato sul British Medical Journal e condotto da Lingyi Liang, dello State Key Laboratory of Ophthalmology, Zhongshan Ophthalmic Center, presso la Sun Yat-sen University nel Guangdong in Cina
L'esperto spiega i cinque principali problemi oculari che possono presentarsi in estate
In Italia 2 mila casi l'anno ma il 50% non risponde alle cure
"Oltre a maculopatia, cataratta e distacco della retina. Per questo motivo va sempre monitorata attentamente"
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