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Tumori al seno, una nuova cura riduce le ricadute

Oncologia Redazione DottNet | 14/09/2008 18:27

Un farmaco aggiunto alla chemioterapia abbassa del 25% il rischio di nuovi focolai

L’aggiunta di un farmaco al cocktail di medicinali usati nella chemioterapia del tumore al seno dopo intervento chirurgico, è riuscito ad abbassare del 25% il rischio di ricaduta. E' il maggior dato ottenuto da uno studio condotto in 50 centri oncologici italiani su quasi 1000 donne presentato al congresso della società europea di oncologia in corso a Stoccolma. ''Si tratta di uno dei migliori risultati mai ottenuti su questo gruppo di pazienti'', ha commentato il coordinatore della ricerca Francesco Cognetti, direttore dell'Oncologia medica del Regina Elena di Roma. Lo studio condotto in collaborazione con l'università Federico II di Napoli, ha preso in considerazione 998 malate che avevano un tumore al seno e più di 3 linfonodi intaccati da metastasi.

Dopo l'intervento chirurgico un gruppo di donne è stato trattato con una combinazione di farmaci a base di epirubicina più CMF (ciclofosfamide, metotrexate, fluorouracile); ad un secondo gruppo è stato somministrato oltre al precedente protocollo anche un medicinale a base di docetaxel. Dopo 62 mesi i dati ottenuti nella nuova terapia hanno mostrato una riduzione di un quarto del rischio relativo di ricaduta e di un terzo di morte. Gli esperti spiegano che una volta sconfitto il tumore con l'intervento chirurgico, la paura più grande è che possa tornare.
Nel cancro del seno il rischio di recidiva resta infatti molto alto: può infatti arrivare fino al 70%, se i linfonodi sono positivi, cioè contengono cellule neoplastiche, ed anche le possibilità di guarigione sono fortemente compromesse. Lo studio clinico italiano ha preso in considerazione un gruppo di donne, le più ''vulnerabili'', che avevano più di tre linfonodi 'presi' da metastasi. Dopo 62 mesi, il 76% delle donne trattate con la terapia con aggiunta di docetaxel non aveva sviluppato nuovamente la neoplasia, rispetto al 69% di quelle trattate con l'altro regime. I dati ottenuti con la nuova terapia rivelano quindi una riduzione di un quarto del rischio relativo di recidiva e di un terzo di morte. Si tratta di un risultato che va considerato come il migliore mai ottenuto al mondo nel tumore della mammella dopo intervento chirurgico'', ed ha suscitato grande interesse fra i diecimila esperti presenti al congresso. Il carcinoma della mammella è la neoplasia maligna più frequente nella donna: ne colpisce una su 10, oltre 31.000 nuovi casi ogni anno in Italia. I progressi nelle terapie sono notevoli: se identificato precocemente, la sopravvivenza supera il 90%.

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