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Elevato rischio cancro naso per i lavoratori legno e cuoio

Otorinolaringoiatria Redazione DottNet | 22/01/2010 15:05

Un nemico per fortuna raro, che però si accanisce contro una particolare tipologia di lavoratori. Il tumore dei seni nasali e paranasali è una patologia con un'incidenza pari ad un caso ogni 100.000 italiani. Ma a rischiare di più sono i lavoratori impegnati nel settore del legno e delle pelli. "In Italia - rileva Alessandro Marinaccio, ricercatore dell'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (Ispesl) – sono stimabili fra i 300 ed i 400 casi l'anno. Il rischio di ammalarsi aumenta in maniera rilevante in chi è esposto per motivi professionali alle polveri di legno e di cuoio".

 

Gli studi epidemiologici dimostrano infatti che una grande parte dei pazienti (fino al 70% per alcuni tipi istologici) si è ammalato in conseguenza di un'esposizione all'agente cancerogeno causale subita nel luogo di lavoro. In particolare, le categorie di lavoratori più esposte sono i falegnami, gli addetti al settore della costruzione di mobili e della concia delle pelli. Nella legislazione italiana il D. Lgs 81/2008 di riordino delle norme di tutela, salute e sicurezza nei luoghi di lavoro ha previsto l'istituzione presso l'Ispesl del Registro nazionale dei tumori naso-sinusali (ReNaTuNS). Proprio il confronto tra esperienze di sorveglianza regionale e di ricerca è l'obiettivo del workshop organizzato dal Dipartimento di Medicina del lavoro Ispesl, in programma domani a Roma dalle 9.

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30 presso la sede centrale dell'Istituto (via Urbana 167). "Ad oggi sono già attivi Registri regionali in Piemonte, Lombardia e Toscana e sono in via di consolidamento quelli in Lazio, Campania, Marche. E' necessario - sottolinea Marinaccio - sviluppare questo processo per realizzare una rete nazionale di sorveglianza epidemiologica, analoga a quella già attiva per i casi di mesotelioma, che incrementi la ricerca attiva dei casi incidenti e l'analisi individuale retrospettiva della storia professionale dei soggetti ammalati allo scopo di identificare l'eziologia". Nel nostro Paese il tema "è di particolare rilevanza per il numero di soggetti esposti ai fattori di rischio, la sottodimensione degli indennizzi assicurativi e le opportunità di interventi di prevenzione primaria per la rimozione dei rischi", conclude la nota.
 

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