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La mammografia in 3D svela i tumori nascosti

Oncologia | 22/01/2010 21:13

Le immagini in 3D non solo servono a ricreare mondi fantastici come in Avatar, ma possono essere utilizzate anche per scopi più pratici come la diagnosi precoce dei tumori al seno. In questo caso però non servono occhialini ma una strumentazione avanzata che permette di fare una Tomosintesi, cioè una mammografia tridimensionale: in Italia ce ne sono tre, e l'ultima arrivata è stata presentata a Roma.

Il primo centro diagnostico del centro-sud che usa questa nuova metodologia è la clinica Paideia della capitale: ''La Tomosintesi è uno strumento diagnostico che permette di studiare la mammella 'a strati' - spiega Barbara Pesce, la responsabile del centro che utilizza questa tecnica, la clinica Paideia di Roma - Questo si traduce in un grande vantaggio nel caso di seni difficili da leggere, come ad esempio quelli 'densi', che possono così essere studiati più in dettaglio svelando lesioni che altrimenti sarebbero mascherate con le tecniche tradizionali''.

L'esame a Roma viene svolto non in regime di convenzione con il Ssn, con un costo intorno ai 120 euro. La diffusione della macchina e' limitata dal suo costo, che si aggira intorno ai 750mila euro. Oltre che a Roma, l'esame è disponibile a Genova e Torino. Non ci sono ancora studi sistematici su quanto la metodologia 3D sia migliore di quella bidimensionale tradizionale, ma secondo la direttrice del centro si sono presentati nei primi tre mesi di vita dello strumento romano già diversi casi in cui tumori nascosti sono stati svelati proprio dalla tomoanalisi.

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Questo tipo di analisi non è però indicato per tutte le donne indistintamente: 'Stiamo avviando uno studio per capire quali siano i soggetti più indicati per questa analisi - conferma Pesce - per ora i criteri che seguiamo sono di eseguire l'esame su mammelle 'dense', oppure operate, quindi più difficili da studiare con le tecniche tradizionali. Inoltre andrebbe usata su pazienti che hanno familiarità con i tumori alla mammella e tra i 40 e i 60 anni'. La presentazione dello strumento è stata l'occasione anche per parlare dell'esigenza di rendere sempre più capillari gli screening sulla popolazione femminile, anche per l'aumento che si sta verificando dell'incidenza di questa patologia in donne giovani. ''Fare mammografie periodiche dopo i 40 anni è fondamentale - ha ribadito la direttrice del centro diagnostico - è assurdo che in alcuni stati come gli Usa si parli di posticipare gli screening. L'incidenza sta aumentando, soprattutto nelle donne giovani, e la mortalità cala proprio perchè con una diagnosi precoce è possibile prendere i tumori in tempo''.

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