I dati epidemiologici raccolti presso il Dipartimento Pediatrico dell’Università degli Studi di Verona indicano un legame tra l’asma e l’obesità, suggerendo molti diversi meccanismi che possono essere alla base di quest’associazione.
La diagnosi dell’asma è spesso auto-riportata da chi assiste i pazienti o dai pazienti stessi. In età pediatrica la diagnosi dell’asma è fondamentale, poiché sintomi comunemente attribuiti a tale patologia, come il respiro sibilante, la dispnea e l’apnea notturna possono essere associati all’obesità. I soggetti obesi, infatti, essendo meno in forma, possono avere frequenti attacchi di dispnea da sforzo, accompagnati da una percezione esagerata dei sintomi. Pertanto, il legame tra le due malattie dovrebbe essere analizzato con attenzione, non solo sulla diagnosi di sintomi asmatici auto-riportati dal paziente, ma anche considerando degli indicatori oggettivi che possono meglio caratterizzare il fenotipo dell’asma.
Esame analizza 32 proteine ed è in grado di predire chi ha più probabilità di aver bisogno di cure o di morire per queste patologie
Lo rivela un ampio studio presentato al Congresso della European Respiratory Society (ERS) a Vienna da Anne Vejen Hansen dell'Ospedale Universitario di Copenaghen
I pazienti che hanno ricevuto un trattamento diretto dallo pneumologo hanno avuto un minore utilizzo successivo dell'assistenza sanitaria per malattie respiratorie rispetto a quelli che hanno ricevuto cure abituali
Lo ha accertato uno studio internazionale in collaborazione fra l'Università francese Paris-Saclay, e quelle di Padova, Napoli Federico II e altri atenei stranieri
Esame analizza 32 proteine ed è in grado di predire chi ha più probabilità di aver bisogno di cure o di morire per queste patologie
Lo rivela un ampio studio presentato al Congresso della European Respiratory Society (ERS) a Vienna da Anne Vejen Hansen dell'Ospedale Universitario di Copenaghen
I pazienti che hanno ricevuto un trattamento diretto dallo pneumologo hanno avuto un minore utilizzo successivo dell'assistenza sanitaria per malattie respiratorie rispetto a quelli che hanno ricevuto cure abituali
Lo ha accertato uno studio internazionale in collaborazione fra l'Università francese Paris-Saclay, e quelle di Padova, Napoli Federico II e altri atenei stranieri
Commenti