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Dal Corriere della Sera: farmaci pericolosi e permessi: sospeso il direttore dell'Aifa

Farmaci Redazione DottNet | 17/07/2008 12:07

«Il ritardo dell'Aifa nel concedere le autorizzazioni alla modifica dei farmaci rappresenta in sé un pericolo per l'incolumità pubblica».

Così, nel passaggio-chiave dell'ultima ordinanza sull'agenzia nazionale del farmaco, il gip torinese Sandra Recchione spiega perché ha accolto la richiesta del procuratore Raffaele Guariniello: sospendere per due mesi dai pubblici uffici il direttore Nello Martini e la dirigente Caterina Gualano. Ora l'agenzia è decapitata e il ministero, al quale è stata trasmesso il provvedimento, dovrà prendere provvedimenti per rimediare a un'organizzazione carente che impiegava tra i due e i sette anni ad autorizzare le variazioni necessarie a correggere gli effetti collaterali scoperti nei farmaci e dopo averle concesse lasciava ancora il tempo alle case farmaceutiche di esaurire le scorte, dai due ai cinque anni, come è stato più volte verificato nelle farmacie italiane. E se le modifiche sono arrivate in tutta fretta per 21 dei 22 farmaci che i carabinieri dei Nas hanno scelto come campioni, per altri milletrecento non c'è ancora traccia del provvedimento.


Semplice, anche se gravissimo, ritardo o corruzione? Su questo filone, come sul disastro colposo, ipotesi di reato per la quale è indagato lo stesso Martini, indaga la Procura di Roma. Ma dalle intercettazioni telefoniche che hanno alimentato un'inchiesta che dura dal 2006 emerge l'esistenza di una rete di amicizie sospette: «Questo scherzetto ci costerà l'ira di Dio», dice ad esempio l'impiegata di una casa farmaceutica al funzionario Aifa che le chiede come mai dalla confezione di uno spray nasale non sia ancora stata tolta l'indicazione di somministrarlo ai bambini con problemi di enuresi notturna, dopo la morte in Francia di un piccolo paziente. E l'uomo, comprensivo: «Vabbé, finitevi le scorte, farò finta di non vedere quelle etichette…».

Alla Procura di Torino resta ora un terzo filone di indagine ancora segreto. Ma, dopo l'ordinanza di ieri (sabato 21 giugno per chi legge n.d.r.), non sarà più possibile al ministero lasciare che l'Aifa continui a funzionare come prima, né che le oltre mille richieste di variazione restino giacenti. Il rischio, come l'ordinanza del gip spiega dettagliatamente, è che i consumatori italiani possano curarsi con farmaci che provocano effetti collaterali non previsti, anche gravi, oppure che il farmaco non sia quello giusto per la malattia in corso, o ancora che venga preso in dosi o con modalità sbagliate. Le autorizzazioni di tipo 2, infatti, sono quelle che le aziende sono obbligate a chiedere quando, per prodotti già in commercio, si scoprono imperfezioni o effetti che non erano stati previsti all'origine, e occorre cambiare anche la comunicazione rivolta ai pazienti.
Quelle che si annunciano — mentre dallo stesso ministero si fa sapere che i risultati dell'inchiesta interna verranno resi noti tra poco e che è già in atto una riorganizzazione — sono dunque settimane cruciali per l'industria farmaceutica italiana, con la possibilità che molti prodotti debbano essere ritirati dal commercio. Sulla sospensione di Martini, ieri, è intervenuto anche il farmacologo Silvio Garattini: «Una brutta notizia, che ritengo ingiusta perché il direttore ha dato un forte impulso all'Aifa e ora gli vengono addebitati problemi di natura amministrativa, che non hanno alcuna ripercussione sulla salute pubblica». Garattini, però, fa parte della commissione ricerca dell'Aifa e l'avvocato difensore di Martini l'ha indicato come esperto.
 

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