Aumenta costantemente, anno dopo anno, la percentuale di bambini e adolescenti italiani che soffrono di allergie. Se nel 1950 il problema riguardava il 10% dei giovanissimi in età scolare, oggi siamo a quota 30%. Sono alcuni dei numeri diffusi oggi all'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, durante una conferenza in occasione della quinta Giornata nazionale del bambino allergico. All'incontro hanno partecipato l'Associazione laziale asma e malattie allergiche (Alama), la Federazione italiana delle associazioni di sostegno dei malati allergici e asmatici (Federasma) e la Società italiana di allergologia e immunologia pediatrica (Siaip). Tutti uniti nel segnalare la necessità che anche il mondo della scuola si 'attrezzi' per affrontare il problema.
Il boom di allergie è un fenomeno che riguarda la totalità dei Paesi sviluppati, quindi anche l'Italia. Nel nostro Paese, in particolare, il 10% dei bambini sotto i 14 anni di età soffre di asma bronchiale e nell'80% dei casi la patologia è provocata da allergie. Il 18-20% soffre di rinite allergica, mentre il 10% può presentare dermatite atopica. Il Bambino Gesù si fa dunque portavoce dei problemi vissuti quotidianamente da questi piccoli pazienti, a scuole come nello sport.
Fonte: AdnKronos
Esame analizza 32 proteine ed è in grado di predire chi ha più probabilità di aver bisogno di cure o di morire per queste patologie
Lo rivela un ampio studio presentato al Congresso della European Respiratory Society (ERS) a Vienna da Anne Vejen Hansen dell'Ospedale Universitario di Copenaghen
I pazienti che hanno ricevuto un trattamento diretto dallo pneumologo hanno avuto un minore utilizzo successivo dell'assistenza sanitaria per malattie respiratorie rispetto a quelli che hanno ricevuto cure abituali
Lo ha accertato uno studio internazionale in collaborazione fra l'Università francese Paris-Saclay, e quelle di Padova, Napoli Federico II e altri atenei stranieri
Esame analizza 32 proteine ed è in grado di predire chi ha più probabilità di aver bisogno di cure o di morire per queste patologie
Lo rivela un ampio studio presentato al Congresso della European Respiratory Society (ERS) a Vienna da Anne Vejen Hansen dell'Ospedale Universitario di Copenaghen
I pazienti che hanno ricevuto un trattamento diretto dallo pneumologo hanno avuto un minore utilizzo successivo dell'assistenza sanitaria per malattie respiratorie rispetto a quelli che hanno ricevuto cure abituali
Lo ha accertato uno studio internazionale in collaborazione fra l'Università francese Paris-Saclay, e quelle di Padova, Napoli Federico II e altri atenei stranieri
Commenti