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Oncologia, più attenzione alla qualità della vita. Difficoltà per le radioterapie

Oncologia Redazione DottNet | 03/03/2010 15:44

Per i malati di tumore in Italia c'è un'attenzione maggiore alla qualità della vita attraverso le cure domiciliari e la terapia del dolore, ma ancora qualche difficoltà nell'accesso ad alcune apparecchiature avanzate, prima fra tutte la radioterapia. Sono alcuni dei dati contenuti nel libro bianco dell'Aiom, associazione italiana di Oncologia Medica, presentato a Roma. "Il Governo sta dando molta attenzione ai problemi dell'oncologia - ha affermato il ministro della Salute Ferruccio Fazio durante la presentazione - i tumori stanno diventando una delle patologie più diffuse. La sempre maggiore possibilità di allungare la vita ai pazienti mette al centro dell'attenzione la qualità della vita del paziente.

Sulle cure domiciliari ci sarà attenzione nella prossima definizione dei Lea mentre il ddl sulle cure palliative sta per essere varato dal Parlamento. Inoltre alla prossima conferenza Stato-Regioni sarà discusso il nuovo piano oncologico nazionale, e stiamo valutando la creazione di una rete delle eccellenze oncologiche da pubblicizzare anche all'estero". Secondo i numeri del rapporto, l'87% delle oncologie italiane ha un servizio di assistenza domiciliare, un dato che una volta tanto riguarda anche il Sud: un'oncologia del Nord tratta a casa in media 200 pazienti, 148 al Sud-Isole, 118 al Centro. Dal 2001, i servizi riabilitativi (passati dal 4,6% al 41,7% odierno) e quelli per i malati terminali hanno compiuto i progressi maggiori: le strutture per terapie anti-dolore sono quadruplicate, arrivando all'80% dei casi nel 2009. Una nota dolente e' rappresentata dalle radioterapie, assenti nel 40% delle strutture, mentre va meglio ad altre apparecchiature diagnostiche e di cura. "Al Sud si osserva - sottolinea Fazio - un recupero importante anche sul fronte delle tecnologie. Stiamo pensando - annuncia - a degli interventi strutturali per migliorare ancora, come proporre alle Regioni di utilizzare 'di default' parte dei fondi ex articolo 20, dedicati all'edilizia sanitaria, per le tecnologie biomediche diagnostiche e terapeutiche".

Da questa edizione il libro bianco è stato affiancato dalle Linee Guida su 22 diverse terapie e dalla Carta dei Servizi, un vero e proprio elenco dell'assistenza regione per regione. "Per Aiom la parola d'ordine è oggi appropriatezza - ha aggiunto Carmelo Iacono, presidente dell'associazione - cioè anzitutto garanzia ma anche diritto del cittadino alla migliore cura disponibile". Alle 22 linee guida, aggiornate al dicembre 2009, hanno lavorato 127 oncologi, 88 revisori e 29 società scientifiche. Per la prima volta oltre a fornire le indicazioni per l'appropriatezza delle cure si e' fatto un controllo di quanto queste vengano seguite: "Da quanto finora abbiamo potuto valutare per i tumori della mammella e del colon-retto - ha spiegato Evaristo Maiello, coordinatore del Working Group Linee Guida - l'aderenza media delle oncologie italiane alle indicazioni contenute nelle Linee Guida risulta dell'80% quindi molto elevata, e ciò rappresenta una notevole sicurezza per i malati curati nei nostri centri".

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In Italia l'87% delle oncologie ha un servizio di assistenza domiciliare, ma nel 40% delle strutture mancano le radioterapie.
L'ASSISTENZA DOMICILIARE: un'oncologia del Nord tratta a casa in media 200 pazienti, 148 al Sud-Isole, 118 al Centro. Dal 2001, i servizi riabilitativi (passati dal 4,6% al 41,7% odierno) e quelli per i malati terminali hanno compiuto i progressi maggiori: le strutture per terapie anti-dolore sono quadruplicate, arrivando all'80% dei casi nel 2009, dal 70% nel 2005 e dal 20% nel 2001. Il 33% delle strutture italiane dispensa farmaci per la cura dei tumori a casa.
LE APPARECCHIATURE: Per quanto riguarda le attrezzature diagnostiche, Risonanza Magnetica (RM), Tomografia (Pet) e scintigrafia sono rispettivamente presenti nel 90%, 32% e 61% delle oncologie, mentre molto più diffusi sono ecografo, Tac, mammografo e altre apparecchiature laboratoristiche. Progressi più lenti negli apparecchi per radioterapia, presenti nel 60% delle strutture.
I COSTI E LA RICERCA: In 4 anni la spesa per farmaci oncologici sostenuta dagli ospedali è quasi raddoppiata, passando da 1,2 milioni di euro del 2004 a 2,2 milioni del 2008. Per il personale invece ogni struttura ha speso nel 2008 più di 1.152.000 euro l'anno (su 53 centri che hanno fornito il dato), mentre nel 2004 (però con 120 strutture esaminate) era 914.190 euro, con un differenziale di +30% circa. Il 48% (37% nel 2004, 40% nel 1999) delle Unità di oncologia medica italiane riceve finanziamenti a favore della ricerca. Alle regioni del Nord nel 2008 e' giunto il 54% dei finanziamenti (nel 1999 il 59%), al Centro nel 2008 il 24% e nel 1999 il 26%, e al Sud-Isole il 23% nel 2008 e il 15% nel 1999.
IL PERSONALE: Ogni centro italiano può contare in media su quasi 6 medici strutturati di cui più di 5 (5,2 è la media) medici oncologi (3,5 nel 2005, 3,4 nel 2001) e su 1,3 psicologi in media. Le donne-oncologo nel 2000 erano il 40%, mentre oggi sono il 54%. Gli infermieri professionali sono passati da 8,6 in media per centro oncologico nel 2001 ai 13 attuali.
 

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