Se si 'toglie' una proteina di membrana, nota come CD99, le cellule di sarcoma di Ewing non sviluppano più masse tumorali. La scoperta, fatta da sei ricercatrici dell'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, apre una nuova strada per il trattamento dei tumori delle ossa. La ricerca, anticipata online da Le Scienze, è pubblicata nel numero di marzo del Journal of Clinical Investigation, rivista scientifica internazionale. La CD99 rende infatti la cellula normale 'permissiva' alla trasformazione operata dall'oncogene del sarcoma di Ewing, tumore osseo che insorge fra infanzia e età adulta, seconda neoplasia dell'osso più frequente in età pediatrica, dopo l'osteosarcoma.
Una malattia molto aggressiva per la quale gli indici di guarigione sono ancora insoddisfacenti (70% per diagnosi con tumore localizzato, 30% se la diagnosi viene fatta in fase avanzata), comunque ottenuti a prezzo di una forte compromissione della qualità della vita. Secondo quanto hanno scoperto i ricercatori bolognesi, togliendo la CD99 l'oncogene, pur essendo presente e attivo, non indirizza più la cellula malata verso la malignità, bensì verso funzioni normali. Il risultato è frutto di quattro anni di ricerca, ha spiegato Katia Scotlandi, responsabile del Centro di Riferimento Specialistico Sviluppo di Terapie Biomolecolari del Rizzoli. Per arrivare al risultato si è collaborato con un gruppo statunitense dello Utah, con l'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e l'Istituto Superiore di Sanità.
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
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