Sostanze antiossidanti per stimolare la reazione immunitaria dell'organismo e migliorare la qualità di vita del malato di tumore. Se ne è parlato all'Istituto dei Tumori di Milano (Int) nel convegno su 'Stress ossidativo e infiammazione nel malato oncologico' che ha visto la partecipazione del Nobel Luc Montagnier. ''Perché si formino e crescano i tumori - spiega Marco Pierotti, direttore scientifico dell'Int - devono esserci dei danni al Dna e alcuni di essi sono legati a stress ossidativo, ma necessitano anche di un particolare microambiente per svilupparsi e diffondersi. L'infiammazione fornisce questo particolare microambiente''.
Un meeting, quindi che ha discusso soprattutto sugli antiossidanti come nuove cure collaterali per fare star meglio il malato di tumore, ma non ha trascurato ''concetti secondo cui - come afferma il responsabile scientifico dell'incontro, Alberto Laffranchi - stress ossidativo e microambiente possono creare una situazione nella quale la cellula si trasforma, creando una situazione a rischio di formazione tumorale''. Entra più addentro Leonello Milani, vicepresidente dell' Associazione medica italiana di omotossicologia: ''Lo stress ossidativo è - dice - una condizione importante che può danneggiare singole molecole, come proteine e lipidi della membrana cellulare, danni che diventano allertanti anche a distanza e coinvolgono molta parte dell' organismo, che reagisce appunto con l'infiammazione''.
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
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