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Indagine Fiaso & Cergas: il budget? Trasforma medici in manager e migliora risultati

Sanità pubblica Adelaide Terracciano | 16/04/2010 16:18

Il budget affidato a medici, infermieri e amministratori di Asl e ospedali? Fa migliorare i risultati sanitari e organizzativi in circa il 90% dei casi, favorisce la responsabilizzazione individuale dei professionisti e il lavoro di squadra. E' l'era dei medici 'manager', camici bianchi con un occhio attento all'economia. E' quanto emerge oggi a Milano da un'indagine della Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso), condotta in collaborazione con il Cergas Bocconi su 12 Asl italiane, da Alba a Trieste, passando per Roma. La ricerca, presentata questa mattina all'università Bocconi, traccia un quadro di come si sta evolvendo la sanità sulla scia del debutto nelle aziende della logica del budget. Un'evoluzione evidente in particolare sul fronte dei servizi sul territorio. Anche se - fanno notare i ricercatori - c'è ancora molto da lavorare, sul fronte delle priorità strategiche e della misurazione dei risultati. I dati raccolti sono il risultato della terza fase del laboratorio avviato da Fiaso sul 'Governo del territorio'. L'indagine ha coinvolto Asl che, spiegano i promotori del lavoro finanziato da Roche, "insieme coprono un bacino di 10 milioni di persone e gestiscono un budget di 10 miliardi di euro".

Risultato: il 96% delle aziende campione 'centra' l'80-90% degli obiettivi di 'buona sanità' prefissati. Si registrano anche picchi negativi, ma il 69% delle Asl raggiunge comunque il 100% degli obiettivi."Il budget - osservano i ricercatori - è un'opportunità di creazione di meccanismi di negoziazione e monitoraggio". Cosa si negozia? "Tutte le aziende cercano di spuntare costi minori per i beni sanitari, la maggioranza poi negozia anche i costi del personale". Il tallone d'Achille di questo strumento è che "il processo del budget è spesso tardivo", viene affrontato in alcuni casi addirittura a bilancio già compilato. Non solo: "Le aziende - spiegano gli autori della ricerca - presentano un limitato allineamento dei professionisti aziendali circa le priorità strategiche e non sono in grado di impostare un sistema oggettivo di valutazione del loro raggiungimento".

Indipendentemente da tutto, però, a detta degli esperti un processo di innovazione non si può negare. "La cultura aziendale è ormai nel Dna degli attori della sanità pubblica - sintetizza il presidente della Fiaso, Giovanni Monchiero, tirando le fila della ricerca - nonostante la scarsa concordanza sugli obiettivi ritenuti strategici". In effetti a prevalere su tutto, rileva l'indagine, è la razionalizzazione delle risorse finanziarie e umane, mentre l'innovazione clinica risulta quasi irrilevante. Per ognuna delle aziende la lente di ingrandimento è stata puntata su 4 unità operative territoriali: Cure primarie, Salute mentale, Prevenzione, Anziani.

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Sul fronte delle cure primarie, analizzano i ricercatori, gli obiettivi strategici su si concentrano le Asl sono l'individuazione di percorsi diagnostico-terapeutici e la continuità assistenziale, il miglioramento del governo clinico, l'appropriatezza prescrittiva, le 'dimissioni protette' con approdo all'assistenza a domicilio. Centrale la figura del 'case manager', angelo custode dei malati cronici (spesso un infermiere), che ne segue l'intero percorso sanitario. Una figura che ricorre anche nel caso dei servizi per la Salute mentale, settore in cui le Asl si sono concentrate sull'attivazione di gruppi di training familiare, programmi di integrazione sociale e lavorativa, appropriatezza prescrittiva dei farmaci e integrazione fra medicina generale e specialistica. Cure domiciliari, attenzione alla residenzialità, controlli di appropriatezza e qualità delle prestazioni erogate dal privato accreditato sono risultate invece le direttrici cruciali per le unità operative Anziani. C'è ancora molto da lavorare, concludono i ricercatori, "per allineare i vari professionisti coinvolti circa le priorità strategiche da perseguire. Conseguire più obiettivi di budget, poi, non significa automaticamente incamerare più premi di risultato. In sanità l'economicità di gestione conta infatti solo se accompagnata dall'efficienza e dalla qualità delle prestazioni erogate".
Fonte: Adnkronos
 

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