Ospedali che nascono vecchi: i normali tempi di costruzione sono troppo lunghi per far nascere un nosocomio che ha bisogno di continui aggiornamenti tecnologici e strutturali. Per l'ospedale del futuro, quindi, l'ingegneria mette l'acceleratore, dimezzando o portando addirittura ad un terzo i tempi per la consegna delle chiavi. ''Fino a 10-15 anni fa, tra il momento della progettazione e della piena operatività di un ospedale passava spesso un periodo di tempo così lungo da far divenire obsolete anche scelte ritenute innovative, per non parlare delle tante opere rimaste incompiute'', spiega Giuseppe Manara, presidente del Centro Nazionale per l'Edilizia e la Tecnica Ospedaliera (Cneto) alla V Conferenza Europea sull'Ospedale del futuro aperta a Roma all'Università Cattolica.
Oggi, invece, ''mediamente in 6-9 anni si riesce a portare a compimento un'opera, ma ci sono anche casi più virtuosi in cui tutto è pronto in 4-5 anni'' e, in Italia, sono oltre un centinaio i cantieri aperti per ristrutturazione, ampliamento o costruzione ex-novo di strutture ospedaliere, in un panorama che vede un parco da svecchiare. Al 2000 risultava che il 66% degli ospedali italiani era stato costruito prima del 1970, mentre solo il restante 34% ha meno di 40 anni. Nonostante questa situazione, l'Italia ha compiuto svariati passi avanti per quanto riguarda progettazione e realizzazione dei nuovi luoghi di cura. Alcune strutture nosocomiali, infatti, cominciano a mostrare un volto nuovo, con la suddivisione in dipartimenti ipertecnologici come quello di diagnostica per immagini, blocchi operatori, laboratori di routine e di ricerca, che rappresentano il cuore dell'ospedale.
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