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Sanità, pronto il glossario del ministero sugli stati vegetativi

Sanità pubblica Redazione DottNet | 08/06/2010 11:49

''Non c'è una definizione universale di coscienza che sia accettata in ambito medico. E' rischioso definire lo stato vegetativo in relazione alla coscienza, anche perché gli errori diagnostici nella diagnosi di questa condizione sono piuttosto alti, visto che ammontano a circa il 40%''. A dirlo è il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, alla presentazione del documento sugli stati vegetativi e di minima coscienza elaborato dal gruppo di lavoro ministeriale da lei presieduto. A conferma di queste difficoltà e di dubbi in campo medico si è espresso anche il neurologo Gianluigi Gigli, coordinatore del gruppo di lavoro, che spiega come ''questo enorme tasso di errori diagnostici dipendano solo dalla difficoltà del tema, ma anche dalla mancata adozione di procedure standard e di riconoscimento della diagnosi, con scale cliniche uniformi''.

 Ed infatti coma, stato vegetativo, stato di minima coscienza, sindrome dell'uomo incarcerato, morte cerebrale sono termini che si sentono spesso ma su cui si genera confusione. Per fare chiarezza, quindi, il gruppo di lavoro ministeriale sugli stati vegetativi ha elaborato un glossario.

- COMA: è uno stato di abolizione della coscienza e delle funzioni somatiche associate ad alterazioni del controllo e della regolazione delle funzioni vegetative o vitali e della vita di relazione. Le uniche risposte che si possono ottenere dal paziente sono di tipo riflesso, troncoencefalico, spinale o vegetativo.

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- STATO VEGETATIVO (SV): condizione clinica che insorge dopo uno stato di coma causato da un evento acuto (trauma, ictus, anossia cerebrale, ecc). Il paziente, dicono i membri del gruppo, non è in coma perché ''ha un ciclo relativamente conservato di sonno-veglia, riesce ad effettuare movimenti parziali e in qualche misura sembra avere una modalità di percezione''. Non è possibile stabilire un limite temporale che denoti l'irreversibilità dello stato vegetativo, e quando la persona in sv raggiunge la stabilità clinica ed entra in una fase di cronicità, deve essere considerata una ''persona con gravissima disabilità''. –

 STATO DI MINIMA COSCIENZA (SMC): condizione clinica caratterizzata da grave compromissione della coscienza in cui possono essere individuati comportamenti finalizzati, volontari, inconsistenti ma riproducibili a volte mantenuti sufficientemente a lungo, non configurandosi come comportamenti riflessi. Può presentarsi dopo un coma o essere l'evoluzione di un precedente sv.

- LOCKED-IN SYNDROME (LIS): o sindrome dell'uomo incarcerato. In questo caso il paziente è vigile e cosciente ma con gravi deficit delle funzioni motorie tali da rendere talora difficoltoso il riscontro degli evidenti segni di coscienza. Spesso si tratta di un paziente tetraplegico e impossibilitato a parlare, ma che conserva la possibilità di movimenti oculari che spesso sono l'unico strumento di comunicazione.

- MORTE CEREBRALE: condizione in cui si ha la perdita irreversibile di tutte le funzioni dell'encefalo, incluse le funzioni vegetative sostenute dal tronco dell'encefalo (conservate nel paziente in stato vegetativo). Si tratta di persone non più vitali e a cui deve essere sospeso qualsiasi trattamento terapeutico. I criteri per la diagnosi sono stabiliti dalla legge 578/93.

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