Canali Minisiti ECM

Europa: prima approvazione mondiale per “Denosumab” anti-osteoporotico biologico di Amgen

Farmaci Anna Rita Formicola | 09/06/2010 11:16

In seguito a domanda di licenza presentata nel gennaio 2009 da Amgen (azienda all’avanguardia nella biotecnologia dal 1980) all’Unione Europea, l’agenzia europea EMEA ha approvato il Denosumab (Prolia) per la terapia delle donne con osteoporosi post-menopausale e ad aumentato rischio di fratture e per la terapia della perdita di massa ossea in pazienti sottoposti a terapia antiandrogena a causa di tumore alla prostata. L’autorizzazione europea del Denosumab, valida in 27 Stati  membri dell’Unione Europea oltre a Norvegia, l’Islanda e Liechtenstein dopo giudizio favorevole da parte del “Comitato europeo per i medicinali per uso umano” (CHMP), costituisce un risultato importante della medicina per i pazienti affetti da patologie caratterizzate da perdita ossea e si pone come valida alternativa ai trattamenti attualmente disponibili.

L’osteoporosi è una malattia sistemica dello scheletro che colpisce circa 200 milioni di persone in tutto il mondo con un forte impatto su morbilità e su mortalità. In Europa, il 24% delle donne e il 33% degli uomini muore entro 1 anno da una frattura all’anca. Tra i pazienti che sopravvivono, circa il 40% sono incapaci di camminare in maniera autonoma e fino all’80% non sono completamente in grado di svolgere le attività fondamentali della vita quotidiana. Di conseguenza, circa un terzo di questi pazienti vive in centri di assistenza negli anni successivi alla frattura. Il dolore, la disabilità e la perdita d’indipendenza associate all’osteoporosi colpiscono anche il benessere mentale delle persone riducendone la qualità di vita. Da non sottovalutare, poi, l’aspetto economico: i costi economici e sociali associati alle cure dei pazienti continuano a crescere; per questi motivi l’OMS ha identificato la patologia come una priorità sanitaria a livello mondiale. Il carcinoma prostatico rappresenta la forma più comune di cancro negli uomini in Europa. I pazienti che soffrono di questa neoplasia vengono sottoposti frequentemente a terapia di deprivazione ormonale (ADT)  andando incontro ad una perdita ossea accelerata e ad un rischio aumentato di fratture.

Denosumab, considerato dalla rivista “Time” come una delle prime 10 più importanti scoperte scientifiche del 2009, è un anticorpo monoclonale interamente umano che colpisce in maniera specifica le cellule che distruggono le ossa, gli osteoclasti. In particolare il Denosumab blocca l’azione del “RANK Ligand” (RANKL), una proteina scoperta da Amgen grazie a un intenso lavoro scientifico, che fisiologicamente legandosi al proprio recettore RANK innesca tutti gli stadi della formazione, funzione e sopravvivenza degli osteoclasti. Il RANK Ligand, quindi, attivando gli osteoclasti, innesca la distruzione ossea. Nel corpo umano viene prodotto un antagonista naturale del RANK Ligand, l’osteoprotegerina (OPG), che promuove invece la rigenerazione ossea. Le persone affette da osteoporosi hanno l’equilibrio RANKL/OPG alterato, con maggiore funzionalità di RANKL su OPG; questo comporta una distruzione ossea più rapida rispetto alla rigenerazione cosicchè i tessuti ossei diventano più sottili, fragili e soggetti a fratture. L’anticorpo monoclonale, progettato da Amgen, imita quindi il comportamento fisiologico dell’OPG: permette il ripristino del normale equilibrio, incrementando la rigenerazione delle cellule ossee e bloccandone la distruzione.
 L'approvazione da parte dell’EMEA si è fondata sui risultati di sei studi di fase III (che hanno complessivamente coinvolto più di 19 mila pazienti) durante i quali il Denosumab ha confermato di aumentare la densità minerale ossea. Due studi in particolare sono stati determinanti. Il primo studio, chiamato Freedom (Fracture REduction Evaluation of Denosumab in Osteoporosis every six Months) e pubblicato nel 2009 sul New England Journal of Medicine(NEJM) ha arruolato 7.808 donne di età compresa fra 60 e 90 anni, che in seguito a terapia con con Denosumab hanno subito una significativa e rilevante riduzione del rischio di fratture vertebrali (-68%), non vertebrali (-20%) e dell'anca (-40%), così come un aumento della densità minerale ossea. L'altro trial, denominato Halt (Hormone Ablation Bone Loss Trial) ha arruolato 1.468 pazienti con tumore alla prostata non metastatico, i quali sono stati sottoposti a terapia di deprivazione androgenica e trattati con Denosumab o placebo. Nei pazienti cui è stato somministrato Denosumab, l'incidenza di nuove fratture vertebrali era dell'1,5%, verso il 3,9% del gruppo placebo, con una riduzione del 62% a favore di Denosumab. Il farmaco si è dimostrato non soltanto estremamente efficace nella sua azione terapeutico-protettiva , ma anche estremamente semplice e comodo nell’assunzione, migliorando quindi la compliance del paziente: i test clinici hanno dimostrato che basta una iniezione sottocutanea di 60 mg ogni sei mesi per aumentare la densità ossea del 40%, un risultato addirittura migliore rispetto all’alendronato, il farmaco attualmente più impiegato nel trattamento dell’osteoporosi. Nel luglio del 2009, quindi ancor prima delle autorizzazioni all’immissione in commercio, Amgen e GlaxoSmithKline avevano stabilito una un accordo di collaborazione per commercializzare il Denosumab per l’osteoporosi in Europa, Australia, Nuova Zelanda e Messico; l’accordo non era invece previsto in Europa per le indicazioni oncologiche e in USA per tutte le indicazioni, casi in cui Agmen avrebbe invece provveduto in maniera autonoma. Si attende ora il via libera anche negli USA, dove  Agmen ha presentato la domanda di licenza nel dicembre del 2008.

 

Commenti

I Correlati

Via libera da Aifa, riduce i sintomi intestinali senza l'uso di steroidi

Lo studio sperimentale di fase III è stata la più ampia sperimentazione sulla fibrosi polmonare idiopatica (IPF) ad oggi mai condotta, in corso presso circa 400 centri e in oltre 30 Paesi

Lo rivela la prima analisi globale sull'argomento pubblicata sulla rivista The Lancet e condotta dal Global Research on Antimicrobial Resistance (Gram) Project

La dose giornaliera del farmaco contro il diabete ha preservato la cognizione e ritardato il declino di alcuni tessuti

Ti potrebbero interessare

Via libera da Aifa, riduce i sintomi intestinali senza l'uso di steroidi

Lo studio sperimentale di fase III è stata la più ampia sperimentazione sulla fibrosi polmonare idiopatica (IPF) ad oggi mai condotta, in corso presso circa 400 centri e in oltre 30 Paesi

Lo rivela la prima analisi globale sull'argomento pubblicata sulla rivista The Lancet e condotta dal Global Research on Antimicrobial Resistance (Gram) Project

La dose giornaliera del farmaco contro il diabete ha preservato la cognizione e ritardato il declino di alcuni tessuti

Ultime News

Più letti