Analizzando le farmacie italiane dal punto di vista del progetto d’interni, alcuni aspetti caratteristici risultano piuttosto evidenti. Innanzitutto, va osservato che le “farmacie storiche” possedevano una forte identità, che rispondeva perfettamente alla loro funzione di luogo in cui si preparavano, e dispensavano rimedi medici, oltre ad esprimere l’elevato livello estetico ed artigianale richiesto a quei tempi. In quelle attuali sembra che lo spirito originario non sia riuscito a trasferirsi ed elaborarsi all’interno di un mercato che negli anni è radicalmente mutato; con il risultato di essere divenuti ambienti dalla debole identità visiva, difficilmente riconoscibili per qualità estetica. Vediamo meglio. E’ un fatto certo che l’offerta di prodotti diversi dai farmaci etici, sia aumentata vertiginosamente, così, al fine di permettere un’agevole ed intensiva presentazione del prodotto, ci si è limitati ad importare tout court i sistemi espositivi più elementari, e sovente più banali, in dotazione ad altri settori merceologici.
Ciò ha determinato la creazione di spazi dal sapore vagamente dozzinale, repliche sempre uguali, seppur in ambiti e circostanze molto diverse fra di loro. E’ come se non ci fosse stato il tempo per pensare ad una nuova identità per lo spazio Farmacia, mentre la sua funzione ed il suo contenuto, cambiavano drasticamente. Sicuramente, il fatto di avere una quota importante di clientela assicurata dalla necessità di acquistare i prodotti etici (67% del fatturato nel 2009*), garantisce comunque, ai farmacisti, la presenza nel punto vendita, di un grande numero di potenziali acquirenti dei prodotti commerciali esposti. Potrebbe essere questa la motivazione, per la quale manca lo stimolo a ricercare delle nuove e più forti soluzioni, per l’allestimento dello spazio Farmacia. Ma, è necessario fare alcune osservazioni. I mercati si muovono con grande velocità, le modalità d’acquisto e i comportamenti dei consumatori cambiano continuamente, la concorrenza di altri canali distributivi, l’attuale crisi dei consumi, sono tutti elementi che non possono essere sottovalutati, anche in un mondo apparentemente conservativo come quello delle farmacie, come aspetti strategicamente fondamentali per la buona riuscita di un’attività commerciale. In tutti gli altri settori merceologici, il progetto d’interni viene considerato uno degli elementi del mix di fattori che l’imprenditore deve gestire, ed è per questo motivo che osserviamo una grande e continua ricerca negli aspetti funzionali e visuali degli spazi di vendita. In un mondo in cui un marchio globale come McDonald’s ritiene di dover differenziare l’identità dei propri ristoranti, non solo in ogni singolo paese, ma anche all’interno del paese stesso, potremmo trovare gli stessi identici arredi, e la medesima scontata atmosfera, in una farmacia di Belluno, come di Catania.
Così come a fronte dell’esigenza dei Super e Iper-mercati di creare layout di vendita più vicini al concetto di mercato di piazza, o di “negozio dell’angolo”, per restituire al cliente la sensazione di un servizio “amichevole” e “dedicato”, ci ritroviamo moltissime farmacie che ricordano inequivocabilmente piccoli minimarket pieni di noiosi scaffali caricati di prodotti.
Sono sicuro che la Farmacia non potrà rimanere ancora molto tempo un’anomalia nel mondo dell’Interior Design dedicato agli spazi commerciali; i prossimi innovativi format per l’allestimento di questi punti vendita, saranno senza dubbio, il nuovo termine di paragone con il quale l’intero settore dovrà confrontarsi.
Ottaviano Ciabatti
Architetto
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