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Farmaci: è boom delle prescrizioni mediche, più 60% rispetto al 2000. Volano i generici

Farmaci Silvio Campione | 10/07/2010 21:25

Nel 2009, in Italia sono state prescritte 926 'dosi' di farmaci al giorno per mille abitanti, praticamente una dose a testa per ogni italiano, che durante l'anno si e' portato a casa dalla farmacia 30 confezioni di medicine, per un totale di 1,8 miliardi di scatole vendute. E' la fotografia del Rapporto OsMed 2009, l'Osservatorio nazionale sull'impiego dei medicinali, realizzato dall'Istituto Superiore di Sanità e dall'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), dal quale è emerso un boom delle prescrizioni mediche, cresciute del 60% rispetto al 2000.

Un aumento, frutto di un trend di crescita del 5% ogni anno, non giustificato però dall'invecchiamento della popolazione, che potrebbe determinare - afferma il coordinatore del rapporto Roberto Raschetti, dell'Istituto Superiore di Sanità - ''al massimo l'1% di crescita annua. Il restante è da attribuire all'appropriatezza della prescrizione, su cui è necessario riflettere''. A conti fatti, ogni italiano ha speso 420 euro per comprare farmaci, 10 euro in più rispetto allo scorso anno e contribuendo al totale del mercato farmaceutico nazionale che ha totalizzato 25 miliardi di euro, con la Calabria che ha registrato il valore più alto (275 euro procapite) e la provincia autonoma di Bolzano più virtuosa (149 euro). I farmaci più utilizzati (5miliardi di euro) sono quelli del sistema cardiovascolare, seguono quelli dei sistema gastrointestinale (12,7%), del sistema nervoso centrale (12,5%) e gli antineoplastici (11,7%). Altissima anche la prescrizione di antibiotici, per i quali l'Italia è al primo posto in Europa e anche in questo caso, non c'è giustificazione epidemiologica, solo un ''fattore culturale'', secondo Nicola Magrini, del Centro per la valutazione dell'efficacia dell'assistenza sanitaria Azienda Usl di Modena, per il quale ''si associa un raffreddamento o una sospetta infezione all'assunzione di un antibiotico''.

Secondo Pietro Folino Gallo, dell'Aifa ''il 50% della popolazione pediatrica ha ricevuto almeno un antibiotico''. ''Un consumo più razionale - prosegue l'esperto dell'Aifa - potrebbe portare ad un risparmio di 300 milioni di euro'', oltre al fatto che ''un uso eccessivo di antibiotici favorisce lo sviluppo di resistenze batteriche''. Il farmaco più prescritto dell'anno è stato il ramipril (contro l'ipertensione), seguito dall'acido acetisalicilico (aspirina) usato come antiaggregante piastrinico. E tra tutti i farmaci prescritti, il 50% è di quelli generici o equivalenti, che hanno ormai superato le diffidenze dei cittadini rispetto ai medicinali 'griffati'. Secondo il rapporto, le donne vanno più spesso in farmacia rispetto agli uomini e acquistano farmaci per il sistema nervoso centrale, in particolare antidepressivi.

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Bene anche i generici che con quasi il 50% dei farmaci prescritti nel 2009, l'Italia sta raggiungendo i livelli degli altri Paesi europei più avanzati quanto a utilizzo. “Dal 2003 al 2009 - ha spiegato Roberto De Cas, del Centro di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell'Iss - la quota di farmaci generici prescritti in Italia è più che raddoppiata: siamo passati dal 20% al 46%, con punte di oltre il 50% in Regioni come la Toscana. E si stima che se tutte le Regioni che oggi sono al di sotto del 47% raggiungessero questa percentuale, si potrebbe ricavare un risparmio annuale di circa 100 milioni di euro. Certo, siamo ancora lontani dalle quote del 70% tipiche di alcuni Paesi come il Regno Unito o la Germania, dove le normative sugli equivalenti sono state introdotte 20 anni fa. L'Italia sconta un ritardo, ma sta recuperando". I generici oggi rappresentano inoltre il 27% della spesa farmaceutica territoriale a carico del Servizio sanitario nazionale. La maggiore prescrizione si concentra però ancora sui prodotti 'branded', cioe' a brevetto scaduto ma con nomi di fantasia, a discapito degli unbranded (brevetto scaduto e nome del principio attivo): "questo - ha spiegato De Cas - è dovuto principalmente al fatto che gli italiani non sono ancora abituati a ragione 'per principio attivo', ma si fidano di un marchio". "Se dal 2008 al 2009 non è cambiato granché, dato che sono scaduti pochi brevetti - ha aggiunto l'esperto - nel 2009 hanno perso la protezione commerciali alcuni principi attivi molto prescritti come il pantoprazolo e il perindopril. Dunque il mercato dei generici sembra destinato a crescere ulteriormente". De Cas ha inoltre mostrato come, attualmente, le 15 principali aziende produttrici di medicinali equivalenti si accaparrino, in Italia, il 90% del fatturato del settore: Mylan, Eg, Doc Generici, Ratiopharm, Teva, Sandoz, Hexal, Pensa Pharma, Ranbaxy, Dorom, Germed, Winthrop, Merck Serono, Laboratori Alter e Molteni sono oggi le società 'top'. Per approfondire e discutere sull'argomento esiste il Gruppo "Generici, Pro e Contro"

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