La rinite allergica e non allergica sono state entrambe associate a un aumento della prevalenza di asma. Per caratterizzare l'end-point dell’asma nei bambini con rinite allergica e non allergica, sono stati studiati trentotto bambini di sette anni con rinite allergica, sessantasette affetti da rinite non allergica e 185 senza rinite. Durante lo studio sono state valutate la prevalenza di asma, l’eczema, la sensibilizzazione alimentare, le mutazioni genetiche della Filaggrina, le IgE totali, la conta degli eosinofili nel sangue, la frazione di ossido nitrico esalato (FeNo), la funzione polmonare e la reattività bronchiale.
Dai risultati ottenuti è emerso che i bambini affetti da rinite allergica rispetto ai controlli asintomatici mostravano un’aumentata incidenza di asma (21% vs 5%, P = 0,002), un aumento della sensibilizzazione alimentare (47% vs 13%, P <.001), dell’eczema (66% vs 43 %, P = .01), delle IgE totali (155 kU / L vs 41 kU / L, P <.001),della conta degli eosinofili nel sangue (0,46 x 10 (9) / L vs 0,30 x 10 (9) / L; P = .01), della frazione di FeNo (15,9 ppb vs 6,6 ppb, p <.001) e dell’iperattività bronchiale (23% vs 9%, P = 0,008). Le mutazioni genetiche della Filaggrina sono state associate alla rinite allergica (odds ratio, 3.3; 95% IC, 1,3-8,3), ma non hanno modificato queste associazioni. I bambini con rinite non allergica hanno mostrato un aumento d’incidenza di asma (20% vs 5%, P = .
Bibliografia: Chawes BL et al. Children with allergic and nonallergic rhinitis have a similar risk of asthma. J Allergy Clin Immunol. 2010 Sep;126(3):567-573.e8.
Esame analizza 32 proteine ed è in grado di predire chi ha più probabilità di aver bisogno di cure o di morire per queste patologie
Lo rivela un ampio studio presentato al Congresso della European Respiratory Society (ERS) a Vienna da Anne Vejen Hansen dell'Ospedale Universitario di Copenaghen
I pazienti che hanno ricevuto un trattamento diretto dallo pneumologo hanno avuto un minore utilizzo successivo dell'assistenza sanitaria per malattie respiratorie rispetto a quelli che hanno ricevuto cure abituali
Lo ha accertato uno studio internazionale in collaborazione fra l'Università francese Paris-Saclay, e quelle di Padova, Napoli Federico II e altri atenei stranieri
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