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I malati cronici snobbano il vaccino antinfluenzale

Sanità pubblica Redazione DottNet | 03/11/2010 12:02

Secondo il ministero della Salute, la copertura del vaccino per l'influenza tra i portatori di una malattia cronica dovrebbe essere del 75%, invece arriva appena al 30%, vale a dire meno di una persona su tre. E i meno vaccinati sono i malati di tumore, le persone affette da malattie respiratorie croniche e da insufficienza renale. E' la fotografia di un clamoroso gap scattata dal Rapporto nazionale Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), osservatorio dell'Istituto Superiore di Sanità in seguito all'elaborazione delle interviste sui vaccini fatte ai cittadini nelle Asl italiane.

 'L'influenza costituisce un rilevante problema di salute per l'elevata contagiosità e le possibili gravi complicanze nei soggetti a rischio, come gli anziani e i portatori di patologie croniche - si legge nel rapporto - . Conseguenze che hanno forti ripercussioni sanitarie ed economiche in termini di mortalità, ospedalizzazioni, perdita di produttività e altri costi sociali'. La vaccinazione antinfluenzale sarebbe il mezzo più efficace per prevenire queste conseguenze, per questo e' raccomandata ogni anno ai soggetti a rischio, in particolare le persone tra i 18 e i 64 affetti da malattie croniche, coloro che si prendono cura di questi soggetti e persone con oltre 64 anni. Ma l'adesione alla vaccinazione è ancora bassa e da tre anni non accenna ad aumentare, dal momento che nel 2007 la percentuale di vaccinati era sempre del 30%. Tra i 1.999 soggetti al di sotto dei 65 anni, portatori di almeno una patologia cronica intervistati dal Passi, la copertura vaccinale nel 2009-2010 è stata diversa in base al tipo di patologia diagnosticata: più bassa tra i malati di tumore (25%), di malattie respiratorie croniche (29%) e di insufficienza renale (29%), mentre valori più elevati si sono registrati tra le persone affette da malattie cardiovascolari e diabete (38%).

Pioggia e virus per l'Halloween 'tricolore'. Il calo delle temperature e l'emergenza maltempo che hanno rovinato il ponte lungo di Ognissanti in tutta la Penisola hanno anche messo a letto "in una settimana oltre 100 mila italiani, di cui 15-20 mila soltanto in Lombardia". E' la stima di Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università degli Studi di Milano, che prevede "una crescita ormai inesorabile delle infezioni, in concomitanza con condizioni meteorologiche sempre più vicine a quelle tipiche invernali".

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Per ora, precisa l'esperto, "non si tratta di influenza vera e propria bensì di forme parainfluenzali": virus 'cugini' responsabili di "sintomi soprattutto respiratori", che hanno colpito "persone di tutte le età". Quanto all'influenza stagionale 'doc', l'Australiana è attesa "per fine novembre massimo", conclude il virologo che invita a "non sottovalutare queste prime sindromi" e a fare il più possibile "attenzione agli sbalzi di temperatura". ''Tutti i dati di letteratura medica dimostrano che la diffusione della vaccinazione anti influenzale riduce i ricoveri ospedalieri della popolazione anziana e le riacutizzazioni delle patologie croniche nei soggetti portatori''. Giacomo Milillo, segretario nazionale della Federazione dei medici di famiglia (FIMMG), interviene sulla campagna vaccinale contro l'influenza stagionale. Non solo soggetti a rischio: anche nei confronti della popolazione 'sana', sottolinea, ''i dati in letteratura dicono che la somministrazione del vaccino riduce anche le giornate di malattia e le assenza dal lavoro''. Per questo, conclude, ''seguendo le indicazioni delle autorità sanitarie nazionali e regionali abbiamo sempre invitato tutti i nostri medici di famiglia a farsi parte attiva nelle campagne di vaccinazione anti influenzale, soprattutto nei confronti della popolazione anziana e dei pazienti affetti da patologie croniche (in prevalenza cardiache e respiratorie)''. Clicchi qui per commentare.

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