E' il tumore più aggressivo del cervello, ma la sua tattica di morte è stata appena svelata da scienziati italiani, cosa che potrebbe cambiare l'infausta sorte dei pazienti nel giro di pochissimi anni: si tratta del glioblastoma e il suo trucco fatale è costruirsi una fitta rete di vasi sanguigni che lo nutrono, a partire da cellule staminali del tumore stesso che si trasformano nelle ''cellule endoteliali'' che rivestono le pareti dei vasi. La scoperta è merito dell'equipe di Ruggero De Maria dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) di Roma, insieme a Giulio Maira e Roberto Pallini del dipartimento di Neurochirurgia dell'Università Cattolica di Roma, in collaborazione con l'Istituto Neurologico C. Besta di Milano. ''Per la prima volta - spiega De Maria - ci siamo accorti che un tumore, invece di reclutare vasi sanguigni sani per nutrirsi, si crea da solo la propria rete di vasi usando cellule staminali tumorali.
Sicuramente anche altre neoplasie molto aggressive come alcuni casi di melanoma e neuroblastoma adottano lo stesso meccanismo''. ''La scoperta - dichiara Pallini - può avere notevoli implicazioni terapeutiche in quanto l'individuazione di farmaci in grado di bloccare questo processo potrebbe costituire una terapia efficace per la cura di questi terribili tumori. Risultati positivi in tal senso sono già stati osservati da noi in modelli sperimentali di glioblastomi''. ''Sono risultati importanti - afferma Enrico Garaci, presidente dell'Iss - con potenziali applicazioni cliniche in tempi rapidi; abbiamo già dati che suggeriscono quali possano essere le molecole più valide per bloccare questo processo, in meno di due anni potremmo passare allo studio clinico e quindi all'applicazione di queste nuove terapie ai pazienti''.
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
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