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Cancro al colon, oncologi a confronto a Roma

Oncologia Redazione DottNet | 22/11/2010 19:29

Diagnosi precoce, progressi della ricerca e terapie mirate migliorano le prospettive per le persone colpite dal secondo 'big killer' tra i tumori in Europa (circa 500 decessi al giorno) e terza neoplasia più diffusa al mondo con circa 1 milione di casi all'anno. Oncologi italiani a confronto in questi giorni per discutere dei successi ottenuti nel trattamento del tumore del colon-retto e di come continuare a progredire nella lotta contro il secondo dei 'big killer' utilizzando al meglio le strategie terapeutiche disponibili. L'occasione è la partenza a Roma di una serie di seminari organizzati in varie città per presentare i risultati delle più importanti ricerche nazionali e internazionali sulle terapie oncologiche a bersaglio molecolare, che comprendono farmaci come bevacizumab, primo farmaco biologico che ha come bersaglio l'angiogenesi, cioè lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni a partire da quelli preesistenti.

 Ogni anno in Italia si contano 37.000 nuovi casi e 15.000 decessi per questo tumore; più colpiti gli uomini delle donne con rispettivamente 20.000 e 17.000 nuove diagnosi all'anno. La sopravvivenza a 5 anni è circa del 65 per cento, ma sale al 90 per cento se il tumore è rilevato a uno stadio iniziale. Oggi, anche per i pazienti con malattia avanzata, associare la chemioterapia a farmaci antiangiogenesi può aumentare la sopravvivenza fino a 3 anni con un impatto molto contenuto sugli effetti collaterali.

'Lo screening è fondamentale nel ridurre la mortalità', afferma Giuseppe Tonini, Professore di Oncologia e Direttore della Divisione di Oncologia Medica, Università Campus Bio-Medico, Roma, 'l'esame del sangue occulto delle feci è in grado di ridurre la mortalità del 13-33% e rappresenta ancora la procedura non invasiva più comunemente utilizzata per la diagnosi precoce del carcinoma del colon-retto'.

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Le indicazioni dello screening in Italia comprendono l'utilizzo annuale del sangue occulto nelle feci e della colonscopia ogni 5 anni dall'età di 50 anni. Anche per i pazienti con malattia in fase avanzata, tuttavia, i progressi nelle terapie hanno incrementato la sopravvivenza e la qualità della vita. 'Negli ultimi di 10 anni, per quanto riguarda il tumore del colon-retto', afferma Carlo Antonio Maria Barone, Professore di Oncologia Medica, Università Cattolica di Roma, 'i cambiamenti sono stati forse più vistosi rispetto ad altre neoplasie, ad eccezione del carcinoma alla mammella, l'unica altra neoplasia per la quale le prospettive sono sicuramente migliorate. Per pazienti affetti da tumore in fase metastatica, per i quali l'intervento chirurgico non è fattibile, abbiamo osservato un graduale incremento della sopravvivenza mediana, che è quasi raddoppiata: da circa 14 mesi oggi può superare i 2 anni'.

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