Contro la denuncia sulla vulnerabilità dell'80% degli account dei medici abilitati alla certificazione on-line di malattia ad un attacco di tipo “diniego di servizio”, arriva la replica della Sit, la Società Italiana di Telemedicina. Tale rischio viene fatto discendere dalla scelta di utilizzare, come identificativo utente del medico, il suo codice fiscale, il quale è un dato facilmente reperibile on-line, da qualsiasi cittadino, consultando gli albi professionali degli Ordini provinciali dei medici chirurghi e degli odontoiatri. I medici paventano che qualche malintenzionato, acquisiti i codici fiscali dei medici certificatori, possa collegarsi al sistema con tali credenziali inserendo deliberatamente per tre volte una password fasulla: in questo modo attiverebbe il blocco del sistema, previsto per motivi di sicurezza, costringendo il sanitario a recarsi nuovamente alla ASL per ritirare una nuova busta con le sue credenziali di accesso al sistema.
Ciò creerebbe, in definitiva, non solo un grave disagio al medico, ma un inaccettabile disservizio al cittadino nel rilascio della certificazione on-line di malattia. “La SIT, Società Italiana Telemedicina e sanità elettronica, precisa a tale proposito che il problema non sussiste in quanto la procedura di accesso al servizio, rispettando espressamente le normative di legge previste in materia di accesso ai siti web della PA, garantisce al medico la possibilità di ripristinare immediatamente e personalmente, con una semplice operazione on-line, la propria password eventualmente bloccata, senza così creare disservizi ai cittadini o costringere il medico stesso a recarsi alla ASL per farsi rilasciare una nuova password”. Un eventuale “disturbatore” può dunque dare noia per i pochi secondi necessari al ripristino della password di accesso al sistema, ma parlare di “a rischio blocco l'80% degli account dei medici di famiglia italiani” appare eccessivo e fuori luogo, aggiungono alla Società. “La SIT, pur ritenendo certamente perfettibile il sistema di certificazione on-line di malattia proposto, lo ritiene sostanzialmente in linea con la normativa vigente ed adeguato, in questa fase iniziale di prima applicazione, alle esigenze per le quali è stato sviluppato. Considera dunque ingiustificato l'allarme sociale provocato dalle affermazioni sopra riportate, e continua a dichiararsi disponibile a collaborare, con le istituzioni e con le organizzazioni dei medici, per suggerire i percorsi più adeguati verso quella sanità elettronica, armonica e sostenibile, come ci piace definirla, a misura di medico e di cittadino”. In termini più generali la SIT nota, innanzitutto, come nessun servizio on-line che utilizzi per l'autenticazione una credenziale costituita da un identificativo utente ed una password, possa essere reso completamente immune da un attacco come quello descritto: l'identificativo utente infatti, al contrario della password, non può che essere un'informazione conosciuta o conoscibile da parte di tutti gli utenti effettivi o anche solo potenziali del sistema.
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