Un modello biologico che coinvolge molecole di micro RNA, il gene p53 e il marcatore ZAP70 è stato individuato per la leucemia linfatica cronica (LLC), da un gruppo di ricerca internazionale al quale ha partecipato anche un team di studiosi italiani dell'Istituto Scientifico Romagnolo per lo studio e la cura dei tumori (Irst), guidato dall'oncologo Muller Fabbri. Il risultato della ricerca fornisce la ''rappresentazione'' di come la malattia potrebbe evolvere, cioè la sua prognosi. E' noto che in questa forma di leucemia, la più frequente nel mondo occidentale, alcune modificazioni genetiche, ovvero le delezioni cioè ''rotture'' di parti di alcuni cromosomi e la bassa o alta espressione di un marcatore specifico, danno una prognosi migliore o peggiore al paziente.
Finora, però, erano sconosciute le cause alla base di questo processo. Secondo lo studio, pubblicato su Jama, al quale hanno preso parte anche ricercatori della Ohio State university di Columbus e dell'MD Anderson di Huston in Texas, esiste una correlazione tra micro RNA, patogenesi e prognosi della malattia. I ricercatori hanno testato e verificato il percorso, regolato a livello molecolare che coinvolge questi elementi su linfociti-B vivi di malati di LLC seguiti all'Irst. I linfociti B sono le cellule del sistema immunitario coinvolte nella LLC. Quando si altera il loro Dna sviluppano la capacità di dividersi e di vivere molto più a lungo, sfuggendo alla morte programmata della cellula. Vivendo più a lungo del normale si accumulano nel sangue periferico e in vari organi (midollo osseo, milza, linfonodi e fegato) e non sono più in grado di difendere l'organismo dagli agenti patogeni.
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
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