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Contro la malaria in Italia scende in campo un network pubblico

Infettivologia Redazione DottNet | 11/01/2011 18:35

La ricerca pubblica sulla malaria in Italia si è organizzata e ha creato un network nazionale attraverso una convenzione tra l'Istituto Superiore di Sanità e il Centro interuniversitario per la ricerca sulla malaria. Oggi, il network ha fatto il punto in un convegno sullo stato di avanzamento della ricerca su questa infezione trasmessa dalla zanzara Anopheles che ogni anno nella fascia tropicale causa un milione di morti, 800mila bambini nel solo continente africano.

ISOLATI GAMETOCITI: uno studio del gruppo di Pietro Alano del dipartimento di malattie infettive parassitarie ed immunomediate dell'Iss ha descritto, per la prima volta, l'isolamento dei gametociti immaturi di Plasmodium, i protozoi inoculati attraverso la zanzara Anopheles che causano la malattia. I gametociti sono lo stadio di sviluppo sessuato del parassita che matura nell'individuo e può essere trasmesso con il pasto di sangue ad una zanzara che punga l'individuo infetto. Lo studio ha identificato 1500 proteine e il 10% di queste è in grado di alterare i globuli rossi.

Si tratta di potenziali bersagli per interferire con il processo di sviluppo del parassita.

ANTIMALARICO DA SPUGNA CARAIBICA: un gruppo di ricerca dell'università di Napoli, guidato da Ernesto Fattorusso ha identificato una molecola con un'azione antimalarica estratta da una spugna che si trova nei mari caraibici, la Plakortis Simplex e, grazie ad un progetto europeo, sta lavorando per sviluppare la molecola per via fermentativa e produrre un farmaco antimalarico a basso costo.

EMOGLOBINA C: il gruppo di ricerca sulla malaria dell'università Sapienza di Roma, coordinato da David Modiano ha pubblicato uno studio su Nature Genetics che dimostra come gli individui con emoglobina C, variante genetica dell'emoglobina normale, hanno una maggiore capacità di trasmettere la malaria.

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