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Pronto il nuovo piano liste d'attesa. oltre 700mila gli operatori impegnati nel Servizio Sanitario Nazionale

Sanità pubblica Redazione DottNet | 17/01/2011 10:42

E' ai nastri di partenza il nuovo piano nazionale sulle liste di attesa 2010-2012 messo a punto dal Governo, che dovrebbe mettere la parola fine alle lunghe attese che molti cittadini devono affrontare ogni giorno per visite ed esami. Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 23 novembre scorso, infatti, le Regioni avevano a disposizione due mesi, che scadranno la prossima settimana, per varare il proprio Piano Sanitario Regionale. In caso contrario sarebbero tenute a recepire i tempi massimi di attesa per le prestazioni indicate nel piano nazionale, che prevede la suddivisione delle prestazioni in quattro classi di priorità temporale, 58 prestazioni da monitorare e percorsi diagnostico-terapeutici per le patologie cardiovascolari e oncologiche.

 "Non vedo timori per i cittadini - sottolinea Francesca Moccia, coordinatrice nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva - perche' nel caso le Regioni non varassero sin da subito i loro piani i tempi massimi di attesa rimarrebbero quelli previsti dal piano nazionale, che sono comunque buoni". A lavorare negli ospedali, negli ambulatori e nelle Asl del Servizio sanitario nazionale sono 734.183 operatori. Di questi, 119.369 sono dirigenti medici e 290.278 sono invece infermieri. E' la fotografia scattata dal Conto annuale 2009 della Ragioneria generale dello Stato - il rapporto che ogni anno registra numero, caratteristiche e costi del personale pubblico italiano - analizzato dal Centro studi della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) e pubblicato sul proprio sito web. Sul totale del personale, quelli con contratti a tempo indeterminato rappresentano la maggioranza con 693.730 unità, contro le 40.453 unità con rapporti di lavoro flessibili e quindi precari (tempo determinato, interinali, lavori socialmente utili, formazione lavoro e telelavoro).

La dirigenza (sia a tempo indeterminato che a rapporto flessibile) con i suoi diversi profili (medici e odontoiatri, veterinari, farmacisti, biologi, chimici, fisici, psicologi, infermieri, tecnici e amministrativi non sanitari) conta 157.807 unita' a fronte dei 585.377 addetti non dirigenti. La categoria più numerosa della dirigenza (considerando sempre tutti i tipi di contratto) è quella medica con 119.369 unità, seguita dai veterinari con 5.909 addetti e poi dal complesso della dirigenza non medica che conta 21.861 unità. Gli infermieri, invece, con 290.278 unità è la categoria più numerosa tra i non dirigenti. Entrando nello specifico dell'analisi per il 2009, per quanto riguarda i medici sono 112.861 quelli con un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, ai quali si aggiungono 6.508 unità con rapporti di lavoro flessibili. Le donne medico sono 45.640, pari al 38% del totale, ma la quota rosa raggiunge oltre il 90% tra i medici in part-time (903 su 985), il 57% per i medici a tempo determinato (3.

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709 su 6.493).  Inoltre, solo il 13% dei camici rosa è primario (1.284 su 9.692). Il Conto annuale conferma poi che il 94,5% dei medici ha un rapporto esclusivo con il Ssn e che resta inoltre alta l'età dei camici bianchi: la maggior parte di loro (circa 60mila), siano essi uomini o donne, ha tra i 50 e i 59 anni di età, mentre sono solo 13.500 i medici tra i 30 e i 39 anni. Tra le fila dei farmacisti si contano 2.604 unità, di cui 1.958 donne. Sono 42 i farmacisti part-time, praticamente tutte donne. L'età media diminuisce un po' rispetto ai medici: forte, infatti, tra i farmacisti, è la presenza dei 40enni e anche la quota di professionisti tra i 30 e i 39 anni è consistente. Per avere una vera inversione di età e genere bisogna però arrivare agli infermieri. Su 276.648 infermieri a contratto a tempo indeterminato, ben 212.620 sono donne. I contratti a tempo determinato sono solo una piccola parte, cioè 11.348, anche se con 8.790 anche in questo caso ad avere più instabilità nel lavoro sono le donne. Scende ancora l'età media. La maggior parte degli infermieri, infatti, ha tra i 35 e i 49 anni. Uno spazio a parte - si legge nell'analisi del Centro studi della Fnomceo - occupano infine i direttori generali, sanitari, amministrativi e dei servizi sociali di Asl e ospedali. In tutto 876 unità che possiamo considerare come i veri manager in senso stretto del settore, ai quali è affidata la gestione del complesso delle strutture e dei servizi del Ssn. Poche anche in questo caso le donne manager che complessivamente risultano essere solo 163, pari al 18,6% della categoria. Per quanto riguarda le retribuzioni, la media del Servizio sanitario nazionale è di 38.335 euro annui, dove spiccano i 72.036 euro dei medici e i 62.821 euro degli altri dirigenti non medici, a fronte di una retribuzione media annua del complesso del personale non dirigente di 29.977 euro.

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