E' ai nastri di partenza il nuovo piano nazionale sulle liste di attesa 2010-2012 messo a punto dal Governo, che dovrebbe mettere la parola fine alle lunghe attese che molti cittadini devono affrontare ogni giorno per visite ed esami. Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 23 novembre scorso, infatti, le Regioni avevano a disposizione due mesi, che scadranno la prossima settimana, per varare il proprio Piano Sanitario Regionale. In caso contrario sarebbero tenute a recepire i tempi massimi di attesa per le prestazioni indicate nel piano nazionale, che prevede la suddivisione delle prestazioni in quattro classi di priorità temporale, 58 prestazioni da monitorare e percorsi diagnostico-terapeutici per le patologie cardiovascolari e oncologiche.
"Non vedo timori per i cittadini - sottolinea Francesca Moccia, coordinatrice nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva - perche' nel caso le Regioni non varassero sin da subito i loro piani i tempi massimi di attesa rimarrebbero quelli previsti dal piano nazionale, che sono comunque buoni". A lavorare negli ospedali, negli ambulatori e nelle Asl del Servizio sanitario nazionale sono 734.183 operatori. Di questi, 119.369 sono dirigenti medici e 290.278 sono invece infermieri. E' la fotografia scattata dal Conto annuale 2009 della Ragioneria generale dello Stato - il rapporto che ogni anno registra numero, caratteristiche e costi del personale pubblico italiano - analizzato dal Centro studi della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) e pubblicato sul proprio sito web. Sul totale del personale, quelli con contratti a tempo indeterminato rappresentano la maggioranza con 693.730 unità, contro le 40.453 unità con rapporti di lavoro flessibili e quindi precari (tempo determinato, interinali, lavori socialmente utili, formazione lavoro e telelavoro).
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