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L’analisi sulla pericolosità del paracetamolo passa all’Aifa. Garattini: non creare allarmismi. All’Efsa le verifiche sulla cancerogenità dell’aspartame

Farmaci Redazione DottNet | 28/01/2011 09:46

A lanciare l'allerta alcuni giorni fa è stato l'ente americano per il controllo sui farmaci, la Food and drug Administration (Fda): l'ente ha invitato le aziende farmaceutiche a limitare il dosaggio del paracetamolo, antinfiammatorio di uso comune, a seguito di segnalazioni di danni al fegato. E la vicenda è ora all'esame anche della Agenzia italiana del farmaco (Aifa), che esaminerà la questione il 2 e 3 febbraio. Il ministro della Salute Ferruccio Fazio ha infatti reso noto in un comunicato che ''la problematica è stata inserita per la valutazione nell'ordine del giorno della prossima riunione della Commissione Tecnico Scientifica dell'Aifa programmata per il 2 e 3 febbraio''.

 Il farmacologo Silvio Garattini, intanto, invita a non creare allarmismi pur approvando la decisione della Fda, e precisa che non ci sono rischi per i bambini. La decisione della Fda di sollecitare le aziende farmaceutiche a ridurre i dosaggi di paracetamolo a non più di 325 mg per compressa in quei farmaci da prescrizione in cui il comune principio attivo fosse associato ad altre sostanze, aveva fatto seguito alle numerose segnalazioni di effetti collaterali a danno del fegato. La riduzione del dosaggio non riguarda però i farmaci da banco vendibili senza ricetta medica (Otc). ''I possibili danni collaterali legati a dosi eccessive di paracetamolo, principalmente a carico del fegato, sono noti: tali effetti - ha sottolineato Garattini - sono rari ma vanno presi in considerazione''. La Fda non ha però incluso i farmaci Otc, un aspetto criticato da Garattini: ''A maggior ragione - ha detto - il dosaggio di paracetamolo andrebbe ridotto nei farmaci Otc, che non sono sotto il controllo della prescrizione medica''.

Quanto ai bambini, i maggiori 'consumatori' di paracetamolo, Garattini rassicura: ''I farmaci con paracetamolo per i bambini non contengono altri principi attivi in associazione e dunque non rientrano nella tipologia indicata dalla Fda''. Sarà invece l'Efsa, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare con sede a Parma, a valutare il nuovo studio dell'Istituto Ramazzini di Bologna che ribadisce la tesi di una possibile cancerogenicità dell'aspartame, il dolcificante artificiale che trova ampio impiego nell'industria alimentare.
Lo ha annunciato il prof. Paolo Stacchini, responsabile del reparto sicurezza chimica nelle filiere alimentari dell'Istituto superiore di sanità (Iss), precisando che la ricerca sara' oggetto di una 'valutazione tossicologica' da parte del gruppo 'Additivi' dell'Autorità. 'Il risultato dello studio - ha spiegato - non è una novità in assoluto. Non troppo tempo fa diverse ricerche, sempre dell'Istituto Ramazzini, condotte su animali in laboratorio , avevano rilevato evidenze di cancerogenità in alcuni casi'. Queste ricerche, ha aggiunto Stacchini, sono state oggetto di 'valutazione tossicologica' da parte dell'Efsa, che aveva lavorato in coordinamento con il Consiglio Superiore di Sanità e il ministero della Salute. Nelle sue conclusioni l'Autorità aveva confermato un suo precedente parere in base al quale 'non si evidenziavano problemi tali da dover rivedere l'attuale impiego dell'aspartame'. Gli studi erano stati valutati anche dal Joint Expert Committee on Food Additives (Jecfa) di Fao/Oms, organismo omologo al gruppo 'Additivi' dell'Efsa, che era giunto ad analoghe conclusioni. La valutazione tossicologica dello studio, ha sottolineato Stacchini, è fondamentale perché 'qualsiasi ricerca non può dare un'indicazione definitiva su un argomento. Qualsiasi studio deve essere valutato e verificato, per accertare tra le altre cose se rispetta gli standard internazionali'.

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