Farmaci consegnati dagli ospedali al domicilio dei pazienti grazie a Poste Italiane, partner di Farmindustria. L'importante servizio, frutto di un accordo siglato ieri, è destinato ai pazienti con particolari patologie che devono recarsi nelle farmacie ospedaliere per ritirare i farmaci loro necessari. Sarà realizzato sulla base dell'intesa firmata tra l'Ad di Poste italiane, Massimo Sarmi, e il presidente di Farmindustria, Sergio Dompé, con le strutture ospedaliere che ne faranno richiesta. Il protocollo individua tra le aree di collaborazione anche il settore della logistica. "Poste Italiane – dice Sarmi - mette a disposizione la sua rete tecnologica e logistica a sostegno delle imprese e dei cittadini con l'obiettivo di migliorare la qualità dei servizi rivolti alle persone per assicurare un effettivo beneficio agli assistiti che possono ricevere comodamente a casa i medicinali di cui hanno bisogno". "L'avvio di questa importante collaborazione - dichiara Dompé - è solo l'inizio di un percorso comune che va incontro alle esigenze dei pazienti per rispondere sempre meglio ai loro bisogni di cura e assistenza. Proprio con tali premesse parte questo accordo che potrà contare sulla capacità innovativa di Poste Italiane e delle imprese del farmaco".
Ma ribatte prontamente Federfarma, la Federazione nazionale unitaria dei titolari di farmacia italiani che dichiara in una nota: "L'attivazione dell'accordo tra Poste italiane e Farmindustria per la consegna a domicilio dei farmaci acquistati dagli ospedali presenta forti dubbi di legittimità e seri rischi per il cittadino e per i conti pubblici. Per il cittadino - prosegue la nota - la consegna a domicilio potrebbe sembrare un vantaggio, in realtà le Poste, che ormai non riescono neanche a garantire la quotidiana consegna della lettere, subappaltano la consegna dei pacchi ad altri operatori. I corrieri solitamente lasciano l'avviso nella cassetta della posta, senza neanche verificare l'effettiva presenza in casa del destinatario, che è costretto a raggiungere il magazzino solitamente decentrato oppure ad attendere che il corriere ritorni. Il malato rischia di aspettare per giorni il farmaco di cui ha bisogno e di dover interrompere la terapia con tutti i rischi connessi. Nel frattempo, il pacco rimarrebbe in un magazzino, non certamente strutturato per la conservazione di farmaci delicati per patologie gravi, che richiedono frigoriferi a temperature differenziate. La consegna non avverrebbe comunque da parte di un operatore sanitario: se il cittadino ha un dubbio a chi chiede informazioni o consigli? A chi segnala eventuali effetti indesiderati prodotti dal farmaco? All'autista?", polemizza Federfarma. "Anche la privacy del cittadino - prosegue la nota - non sarebbe adeguatamente tutelata: il corriere, il portiere (se c'è), i vicini di casa, tutti verrebbero a conoscenza della malattia. Questo mentre il Garante della Privacy introduce sempre nuovi adempimenti a carico degli operatori sanitari, medici, farmacie,ospedali (peraltro già tenuti al segreto professionale).
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