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Accordo Poste-Farmindustria per consegna farmaci ospedalieri a domicilio. Dura la replica di Federfarma

Farmaci Redazione DottNet | 28/01/2011 17:15

Farmaci consegnati dagli ospedali al domicilio dei pazienti grazie a Poste Italiane, partner di Farmindustria. L'importante servizio, frutto di un accordo siglato ieri, è destinato ai pazienti con particolari patologie che devono recarsi nelle farmacie ospedaliere per ritirare i farmaci loro necessari. Sarà realizzato sulla base dell'intesa firmata tra l'Ad di Poste italiane, Massimo Sarmi, e il presidente di Farmindustria, Sergio Dompé, con le strutture ospedaliere che ne faranno richiesta. Il protocollo individua tra le aree di collaborazione anche il settore della logistica. "Poste Italiane – dice Sarmi - mette a disposizione la sua rete tecnologica e logistica a sostegno delle imprese e dei cittadini con l'obiettivo di migliorare la qualità dei servizi rivolti alle persone per assicurare un effettivo beneficio agli assistiti che possono ricevere comodamente a casa i medicinali di cui hanno bisogno". "L'avvio di questa importante collaborazione - dichiara Dompé - è solo l'inizio di un percorso comune che va incontro alle esigenze dei pazienti per rispondere sempre meglio ai loro bisogni di cura e assistenza. Proprio con tali premesse parte questo accordo che potrà contare sulla capacità innovativa di Poste Italiane e delle imprese del farmaco".

Ma ribatte prontamente Federfarma, la Federazione nazionale unitaria dei titolari di farmacia italiani che dichiara in una nota: "L'attivazione dell'accordo  tra Poste italiane e Farmindustria per la consegna a domicilio dei  farmaci acquistati dagli ospedali presenta forti dubbi di legittimità e seri rischi per il cittadino e per i conti pubblici. Per il cittadino - prosegue la nota - la consegna a domicilio potrebbe sembrare un vantaggio, in realtà le Poste, che ormai non riescono neanche a garantire la quotidiana consegna della lettere, subappaltano la consegna dei pacchi ad altri operatori. I corrieri solitamente lasciano l'avviso nella cassetta della posta, senza neanche verificare l'effettiva presenza in casa del destinatario, che è costretto a raggiungere il magazzino solitamente decentrato oppure ad attendere che il corriere ritorni. Il malato rischia di aspettare per giorni il farmaco di cui ha bisogno e di dover interrompere la terapia con tutti i rischi connessi. Nel frattempo, il pacco rimarrebbe in un magazzino, non certamente strutturato per la conservazione di farmaci delicati per patologie gravi, che richiedono frigoriferi a temperature differenziate. La consegna non avverrebbe comunque da parte di un operatore sanitario: se il cittadino ha un dubbio a chi chiede informazioni o consigli? A chi segnala eventuali  effetti indesiderati prodotti dal farmaco? All'autista?", polemizza Federfarma. "Anche la privacy del cittadino - prosegue la nota - non sarebbe adeguatamente tutelata: il corriere, il portiere (se c'è), i vicini di casa, tutti verrebbero a conoscenza della malattia. Questo mentre il Garante della Privacy introduce sempre nuovi adempimenti a carico degli operatori sanitari, medici, farmacie,ospedali (peraltro già tenuti al segreto professionale).

Sul fronte economico ci chiediamo quanto costa questa operazione? Chi la paga? Se a pagare fosse l'industria, curando direttamente la consegna del proprio prodotto, si porrebbe un problema di integrazione verticale: l'industria produrrebbe, distribuirebbe e consegnerebbe al paziente i farmaci. Tale comportamento è vietato dalla legge e la stessa Corte di Giustizia europea ne ha confermato l'illegittimità e la pericolosità per il paziente, perché la sua salute sarebbe interamente nelle mani di un unico soggetto, economicamente interessato". "Se, invece, i costi fossero a carico delle Asl - evidenzia Federfarma - la questione dovrebbe interessare la Corte dei Conti perché si spenderebbe ben più di quanto costerebbe la distribuzione tramite le farmacie, molto più comoda e sicura per il cittadino. Infine, il dubbio più grave riguarda il controllo sull'efficacia di questi farmaci che vengono pagati dalle Asl alle industrie solo se il paziente ne ha tratto un beneficio, verificato sulla base di precisi parametri". I risultati terapeutici devono essere monitorati e registrati -ricorda Federfarma - e servono alla valutazione dell'efficacia del farmaco. In base a questi dati il Ssn decide se continuare a erogare il farmaco gratuitamente e a quali pazienti. Come verrebbe monitorata l'efficacia delle cure nel caso di consegna a domicilio di farmaci destinati al trattamento di patologie gravi? Poiché ancora oggi riceviamo gli auguri di Natale e pacchi dono con merce ormai avariata, alle Poste chiediamo di concentrarsi sul recapito della corrispondenza", si chiude la nota.

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