Grazie alla sanità elettronica, è possibile risparmiare circa 12,4 miliardi di euro l'anno. Lo ha detto il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta, nel corso di una audizione in Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria sullo stato di avanzamento del programma di digitalizzazione della sanità italiana previsto dal Piano e-Gov 2012. Nel corso dell'incontro il titolare di palazzo Vidoni ha illustrato il pacchetto integrato di iniziative in corso nell'e-Health: dalla trasmissione online dei certificati medici alla ricetta medica elettronica, passando per il fascicolo sanitario elettronico e i centri unici di prenotazione.
Il nuovo sistema di certificazione malattia online per i dipendenti pubblici e privati è "ormai pienamente a regime, impatta favorevolmente su circa 17 milioni di lavoratori dipendenti (di cui 13,5 milioni del settore privato), oltre 6,1 milioni di imprese e circa 180.000 medici (di 57.000 medici di famiglia)". Secondo Brunetta, si tratta di "una riforma win-win-win in cui vincono tutti: cittadini, imprese, medici, Inps e Regioni. Il sistema - spiega il ministro - è ormai pienamente operativo e diffuso in modo uniforme in tutto il Paese, anche grazie al costruttivo confronto con le organizzazioni rappresentative dei medici, alla collaborazione con le altre amministrazioni, con le Regioni e tutti gli attori del comparto Salute. Siamo di fronte a una storia di successo: dall'aprile 2010 a oggi sono stati trasmessi online all'Inps oltre 6 milioni di certificati di malattia (pari a oltre il 90% dei certificati acquisiti) e attualmente almeno 9 medici di medicina generale su 10 usano ormai abitualmente la nuova procedura". "Questa riforma - dice Brunetta - segna un importante passo in avanti nel processo di modernizzazione del Paese, dal momento che imprime una forte accelerazione alla realizzazione di servizi innovativi sempre piu' vicini alle esigenze di cittadini e imprese, oltre che nella direzione di un considerevole risparmio di risorse pubbliche. Come noto, la nuova procedura produce infatti risparmi immediati a favore dell'Inps (derivante dall'abolizione del processo di data entry dei certificati di malattia cartacei, che prima occupava 500 addetti), delle imprese (derivante dalla possibilita' di un monitoraggio piu' efficace dell'assenteismo) e degli stessi lavoratori dipendenti (derivante dall'abolizione dell'invio con raccomandata del certificato di malattia all'Inps e al datore di lavoro, per un costo stimato di circa 100 milioni di euro l'anno)". "I risultati finora raggiunti - ha dichiarato Brunetta - portano a guardare con ottimismo ai prossimi passi da compiere, soprattutto tenendo conto dei significativi benefici che derivano dall'applicazione delle nuove tecnologie digitali all'intero comparto della salute. Sviluppare l'e-Health in Italia è un nostro impegno prioritario: come confermano anche alcune stime elaborate da Confindustria, grazie all'introduzione delle ICT nella Sanità è infatti possibile ottenere un risparmio complessivo pari a 12,4 miliardi di euro in un anno (pari all'11,7% della spesa sanitaria). Proprio per questo il Piano e-Gov 2012 ha previsto per la Sanità un portafoglio di interventi condiviso da tutte le amministrazioni operanti a livello centrale, regionale e locale, in grado di aumentare il tasso di adozione delle ICT nel settore e garantire uno sviluppo omogeneo dei servizi primari sul territorio, creando le precondizioni per l'offerta di servizi ad alto valore aggiunto''. Sulla sanità interviene anche il ministro della Salute Ferruccio Fazio che illustra come e che cosa rivoluzionerà uno dei settori più complessi del nostro Paese: "La novità principale è un sistema sanitario non più incentrato solo sugli ospedali, ma su una rete di assistenza distribuita sul territorio. Ci sarà un maggior coinvolgimento dei medici di medicina generale e anche delle farmacie, che diventeranno strutture di cure primarie. I ricoveri in ospedale dovranno limitarsi ai casi strettamente necessari e comunque si cercherà di evitarli per le malattie croniche, che aumenteranno a causa dell'invecchiamento della popolazione". Quanto alle polemiche sulla chiusura di ospedali e reparti di maternità, il ministro sottolinea: "Abbiamo definito in 1.000 il numero minimo dei parti annui per ciascun punto-parto.
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